Ed ecco che il 16 settembre l’attesissimo Dune, diretto da Denis Villeneuve, dopo essere stato presentato fuori concorso presso il festival del cinema di Venezia, è finalmente approdato sul grande schermo. La storia è ambientata in un futuro remoto in cui l’umanità si è diffusa nell’universo colonizzando ogni angolo dello spazio. Quest’ultimo è controllato da un impero interstellare, nel quale vige una sorta di feudalesimo per cui ciascun feudo è governato da una casata nobiliare differente. Il fulcro della pellicola è la storia del giovane Paul (Thimothée Chalamet), giovane della casa degli Atréides, trasferitosi sul pianeta Arràkis, meglio noto come Dune, insieme al padre Duca Leto (Oscar Isaac) e alla madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson). Il pianeta Dune è però nel mirino di tutte le forze dell'universo a causa di una preziosa risorsa, soprannominata “la spezia”, esistente solo qui, che permette a chi la possiede di sbloccare il più grande potenziale umano: chi ne fa uso può viaggiare nello spazio, ottenere capacità sovrumane e prolungare l’arco vitale. Sarà il giovane Paul, destinato a compiere grandi gesta, a ritrovarsi al centro dello scontro circa il controllo di questa materia prima.
La trama si rifà ovviamente alla complessa saga di fantascienza di Frank Herbert ed è proprio nella complessità del romanzo ispiratore che risiede la conseguente difficoltà nel produrre un adattamento cinematografico degno dell’opera madre. Ma a questo punto la domanda è lecita: il film di Villeneuve è riuscito o meno? Si tratta senza dubbio di un adattamento perfetto che, invece di limitarsi a riportare una sintesi illusoria e confusionaria, si sofferma sulla prima metà della materia di Herbert rimanendogli del tutto fedele. Notevole è la capacità camaleontica del regista canadese di misurarsi con una grande varietà di generi cinematografici: thriller come Prisoners, crime come Sicario, gialli psicologici come Enemy e film di fantascienza come Arrival e, appunto, Dune. Dunque, sebbene quest’ultimo sia stato definito come “il film impossibile” a causa dei vani tentativi passati di altri registi come Ridley Scott e David Lynch, Villeneuve ha saputo giocare una buona partita dimostrando di “cavarsela” anche con le sfide impossibili.
Sicuro è che, oltre alla grande maestria del regista, grandi riconoscimenti spettano anche ad altri fattori; ogni elemento ha difatti contribuito al successo riscosso dalla pellicola: dall’ottima fotografia accompagnata dalle colonne sonore di Hans Zimmer in grado (come sempre) di far immergere totalmente lo spettatore nella narrazione, alle interpretazioni ponderose di volti come Thimothée Chalamet, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Zendaya, Dave Bautista, Stellan Skarsgård e Jason Momoa.
Insomma, ci sarebbero davvero tante cose da dire sul nuovo Dune, eppure paradossalmente il giudizio finale rimane sospeso in attesa del sequel, che è praticamente certo nonostante non abbia ancora avuto formalmente il via libera dalla Warner. Tuttavia, nonostante nel finale la narrazione si fermi sul più bello ancor prima di “esplodere”, è un’esperienza quasi onirica che vale la pena di vivere per qualche momento, anche se da semplice spettatore. Francesca Cannata

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