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ABBA – Oggi come 40 anni fa

Ricordate “Super Trouper”? e “The Winner Takes It All”? No? Impossibile. Sfido chiunque ad affermare di non aver mai ascoltato, anche per puro caso, questi brani. Indi per cui riproviamo: “Dancing Queen” vi dice qualcosa? Immagino che starete facendo su e giù con la testa; d’altronde quelle seicento milioni di visualizzazioni sotto il videoclip di questa canzone su YouTube saranno lì per un motivo, no?

Gli ABBA sono un gruppo musicale pop svedese, nonché il gruppo scandinavo di maggior successo su scala internazionale, formatosi nel 1972 dall’incontro di Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad. Come per i Måneskin nel 2021, gli ABBA (acronimo formato dalle lettere iniziali dei nomi dei membri del gruppo), raggiunsero fama mondiale dopo aver vinto l'Eurovision Song Contest nel 1974 con “Waterloo”. Tuttavia, all’apice della celebrità e dopo aver siglato capolavori immortali indiscussi come “Gimme! Gimme! Gimme!”, “Knowing me, Knowing you”, “Mamma mia” e tanti altri ancora, entrambi i matrimoni dei componenti del gruppo (Björn con Agnetha e Benny con Anni-Frid), fallirono: il gruppo così si sciolse nel 1982, dopo pochi, ma estremamente prolifici, anni di carriera.

Ciononostante, dopo circa quarant’anni di silenzio, nel 2018 gli ABBA decisero di stupire le/i loro fan (che nel frattempo sono leggermente cresciutə) annunciando il loro ritorno all’attività: un ritorno che si fece attendere, anche a causa della pandemia di Covid-19, fino al novembre scorso, quando finalmente pubblicarono un intero nuovo album, “Voyage”, grazie al quale ci si può rendere conto di come per gli ABBA il tempo sembra essersi fermato al 1982, come se 40 anni fa l componenti del gruppo fossero statə ibernatə e adesso si siano risvegliatə e abbiano prodotto musica che richiama puntualmente le stesse melodie di quei fantastici anni ’70, forse con un velo di spensieratezza in meno giacché a cantare sono pur sempre delle/degli ultrasettantenni con un passato alle spalle, e non delle/dei giovani trentenni.

Ma non è finita qui. Il gruppo, che ha più volte dichiarato che “Voyage” sarà il loro ultimo album, ha comunque deciso di fare un’altra sorpresa al proprio seguito, regalando loro un tour composto da concerti virtuali, il primo dei quali fissato per il 27 maggio scorso al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra: sul palco sono stati proiettati i cosiddetti Abba-tar, ologrammi del gruppo ringiovanitə di 40 anni. I biglietti del concerto sono andati immediatamente sold out nonostante il loro esorbitante costo, che in certi casi è arrivato a toccare la modica cifra di 1200 euro. E se dopo quattro decenni c’è ancora qualcunə intenzionatə a dar via tanto denaro per ascoltarli dal vivo, vuol dire che gli ABBA hanno davvero lasciato un segno nella storia della musica internazionale.

P.S.

Credo di aver casualmente inaugurato una tradizione: se ricordate, anche l’anno scorso conclusi il mio anno allo Scicliceo raccontandovi la storia di una leggendaria band non esattamente nostra contemporanea e proprio perché si tratta dell’ultimo numero di quest’anno, colgo l’occasione per “sprecare” qualche riga e salutarvi, carə lettrici e lettori. Grazie per il vostro tempo, ci si rivede a settembre!

Gabriele Ferraro



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