Valacchia, 1475, arde il rogo destinato a Lisa Tepes, accusata di stregoneria, ma il fervore fanatico dei presenti viene arrestato da una violenta esplosione. Dalle fiamme prende forma la figura di Vlad Dracula, furioso per la morte della moglie, unica donna che avrebbe mai amato, unico motivo che giustificasse l’immonda presenza dell’uomo sulla terra, vittima del bigottismo che aveva condannato la vera scienza.
Il vampiro rivolge un’infuocata minaccia agli abitanti della Valacchia: un solo anno gli è concesso di vivere, poi assisteranno per primi al genocidio della razza umana.
Quest’ultimo riguardo verso l’umanità in memoria di Lisa appare come un mero inganno del demonio, ma, puntuale, Dracula attua la sua vendetta. Passato un anno, mentre si celebra il pericolo sventato, subito gocce di sangue diluviano copiose sugli abitanti di Targoviste, folte schiere di demoni si avventano contro la folla in preda al panico. Una cruenta scena di morte, da cui non sono risparmiati nemmeno i bambini, un tappetto di corpi sventrati, danno quindi inizio alla guerra del conte di Valacchia contro il genere umano.
A lui si contrapporranno Trevor Belmont, ultimo superstite di una dinastia di cacciatori di mostri, Typha Belnades, maga parlatrice, depositaria di una conoscenza millenaria, ed il misterioso mezzo-vampiro Alucard.
La serie, originale Netflix creata da Warren Ellis e basata sul terzo capitolo della saga videoludica, stupisce per la qualità dell’adattamento, e la terza (ed attualmente ultima) stagione, negli USA, è entrata nella top 10 del giorno Netflix, all’uscita. Produzione americana, ma fortemente ispirata dagli anime; sicuramente apprezzabile per i fan della saga, ma anche per chi non la conosce.
Ellis rende bene l’atmosfera lugubre e tetra ed il senso dell’orrore che permea la serie, spesso sfociando nel macabro. Altissima qualità anche della colonna sonora, talvolta opprimente e cupa, ricca di pathos, talvolta musicale, quanto più è pittoresca la scena a cui viene associata. Efficace, d’altronde, tutto il comparto sonoro che rende gli scontri incredibilmente godibili. Scene d’azione mozzafiato sono infatti garantite da coreografie spettacolari, attente inquadrature ed un’animazione fluida. Poi, non manca di sicuro originalità nella lotta a demoni e vampiri: magia di ogni genere, acqua santa, armi sacre e, soprattutto, una grande capacità di arrangiarsi, che probabilmente, se avrete apprezzato nello strigo di “The Witcher”, apprezzerete anche in “Castlevania”.
L’azione comunque, pur costituendo una piacevole aggiunta, è subordinata alla progressione della trama: a brillare veramente sono i personaggi. Il trio principale ha un incredibile fascino, ma sembra eclissato dalla figura di Dracula, forse il personaggio con l’evoluzione più drastica e commovente lungo il corso della serie. Anche gli stessi vampiri affascinano con la loro diabolica scaltrezza. Tutti i personaggi più rilevanti hanno un solido sviluppo ed una backstory. In particolare, i due mastri fabbri di anime al servizio di Dracula, protagonisti nella terza stagione dei propri filoni narrativi, sono investiti da incredibili sviluppi, che culminano, intrecciandosi nelle vicende dei tre eroi principali, in un intenso climax finale.
Amore, colpi di scena, sotterfugi, tradimenti, quest’ultima stagione lascia con molte domande, che probabilmente troveranno risposte nella quarta, già annunciata. Attualmente la serie conta 20 episodi, di 24-30 minuti ciascuno. Breve, quindi, anche se forse abbastanza riflessiva e dilatata per gli standard a cui Netflix ci ha abituatati. Doppiaggio italiano promosso, sarà una valida scelta per gli amanti del Dark Fantasy.

Bartolomeo Zisa
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