Debbie Allen, un nome che ha fatto la storia della danza ma che potrebbe a tanti risultare ignoto.
Eppure, all’epoca, questa ragazza appena trentenne aveva incollato milioni di appassionati allo schermo del proprio televisore.
“Saranno Famosi” (Fame, il titolo originale), vincitrice del premio Telegatto come “Migliore serie televisiva”, ha richiamato l’attenzione di migliaia di ballerine e ballerini che negli anni 80 cominciavano la scalata per il successo, e attirandone di nuovi.
Debbie, meglio conosciuta come la Lydia Grant, sempre accompagnata nella serie dal famoso bastone di legno che voleva rendere omaggio alla sua prima insegnante, Madame Tatiana Semenova, ha costruito intorno a sé un progetto che vede circa 200 ballerini in scena ogni anno.
A puntare i riflettori sul tutto è oggi Netflix con il documentario “Dance Dreams: Hot Chocolate Nutcracker”, che, disponibile dal 27 novembre 2020, ci immerge nel mondo della signora Allen, della sua famiglia e della sua Accademia: la “Debbie Allen Dance Academy” (DADA).
Attraverso le prove e le piccole interviste sparse nel documentario, ci è subito chiaro che nel mondo di questa splendida artista e del suo spettacolo non possono esserci regole, se non una forse: “i bambini sono gli unici protagonisti indiscussi”.
Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, coreografato nella prima edizione da Marius Petipa, non poteva sicuramente ammettere alcun tipo di trasgressione o di diversità che spezzava il rigido mondo del balletto. Oggi però, così come la danza affronta quotidianamente cambiamenti su ogni aspetto, anche lo Schiaccianoci può farlo, diventando uno schiaccianoci di cioccolata che si anima non solo attraverso la danza classica ma attraverso ogni stile.
Tre mesi di prove, storie di ragazzi di ogni estrazione sociale ed economica, mettono in scena ciò che si nasconde dietro le quinte dell’appuntamento annuale con il musical: le difficoltà che il mondo della danza oggi comporta, costituendo un muro altissimo tra chi sogna di volerne farne parte e chi alla fine ci riesce davvero.
Se non puoi economicamente permettertela, allora, dimentica la danza, dimenticala anche se non sei abbastanza magro, se non possiedi un collo del piede vertiginoso e peggio ancora, se non hai le conoscenze giuste.
Più volte Debbie ripete nel corso del film che non è stato semplice per lei farsi strada in questo universo competitivo e più che altro, non è stato semplice farsi strada come ballerina nera, poiché non veniva accettata da chi una ballerina nera protagonista non l’aveva proprio mai vista e da chi invece, dovendo dimostrare di essere socialmente aperto, la sceglieva in quanto nera e non in quanto brava.
I bambini però non hanno il tempo per queste cose, forse non hanno neanche il tempo di poterle capire e, quindi… si spengano le luci e si apra il sipario e che la magia dell’Hot Chocolate Nutcracker possa scrivere una nuova storia, tutta sua, tutta piccola e tutta rivoluzionaria.

Mariaelena Pellegrino
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