top of page

Dogman o Lazzaro Felice?L’epopea del miglior film straniero

Aggiornamento: 23 feb 2019

Dopo il successo planetario che è stato “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, film apprezzato in tutto il mondo tranne che, giustamente, in Italia, il Bel Paese non è più riuscito ad entrare nelle grazie dell’Academy. Infatti il film che, dopo questo, è arrivato più vicino alla candidatura al “miglior film straniero” è stato l’importantissimo “Fuocoammare”, docu-film diretto da Gianfranco Rosi, che ha tuttavia portato a casa la nomination nella categoria che meglio lo rappresentava, quella del “miglior documentario”, appunto.

Quest’anno tenteremo la sorte con “Dogman” di Matteo Garrone, vincitore della Palma d’Argento per la miglior interpretazione maschile (andata a Marcello Fonte) al Festival di Cannes del 2018, scelto fra ben 21 titoli. Nella lista spiccavano, oltre al prescelto, titoli come: “Sulla mia pelle”, il bellissimo film di Alessio Cremonini che racconta la tragica storia di Stefano Cucchi; “The place” di Paolo Genovese, il regista del meraviglioso “Perfetti sconosciuti”; “Loro” di Paolo Sorrentino, film che narra, allontanandosene un po’, la storia di Silvio Berlusconi; “Napoli Velata” di Ferzan Ozpetek, uno dei film italiani più apprezzati di questo 2018.


Marcello Fonte in una scena di "Dogman"

Il maggior contendente, apprezzato dalla critica internazionale anche più di “Dogman”, era però il magico “Lazzaro Felice”, diretto dalla giovane regista Alice Rohrwacher, vincitore della Palma d’Argento alla miglior sceneggiatura sempre a Cannes. È stata infatti una battaglia testa a testa quella fra i due film, che ha premiato infine il dramma del regista romano.

Andremo perciò ad analizzare, con questo articolo, sia i motivi per cui è stato (giustamente) scelto “Dogman” che quelli per cui “Lazzaro Felice” sarebbe stata la scelta più coraggiosa.

Avendo visto entrambi i film si può dire, in primis, che sono veramente dei gioielli tecnici: “Dogman”, ad esempio, punta molto su una fotografia fatta di contrasti e di ombre che rendono lo stile quasi fumettistico; “Lazzaro Felice”, invece, punta tutto sulla regia, fatta di inquadrature studiate e mai casuali (in alcuni casi quasi Andersoniane), e sul montaggio, che risulta essere veramente geniale.


Adriano Tardiolo in una scena di "Lazzaro Felice"

Il motivo per cui il film di Garrone ha sovrastato quello della Rohrwacher può essere prettamente politico, poiché il primo si concentra su tematiche sociali moto attuali, dato che è ispirato da un fatto di cronaca nera realmente accaduto, mentre il secondo ha un’impronta magica, quasi favolistica. E tutti sappiamo che se si dovesse descrivere l’Academy con un aggettivo, quello sarebbe “politically-correct”. L’abbiamo già visto, per fare qualche esempio, con “Moonlight”, che ha battuto nel 2017 il favorito “La la land”, oppure con “Spotlight”, che fece la stessa cosa, l’anno precedente, con il bellissimo “Mad Max: Fury Road”.

O magari può essere semplicemente perché Matteo Garrone, a confronto della Rohrwacher, ha assunto negli anni una popolarità maggiore, soprattutto perché il primo, essendo più grande di circa 15 anni, ha prodotto più film. Alcuni dei quali, ad esempio “Gomorra”, candidati ai premi più importanti del cinema Hollywoodiano ed Europeo, come i Golden Globes o i BAFTAs. C’è da dire che comunque la regista toscana, che ha diretto fino ad ora solo tre lungometraggi, ha sempre rapito sia critica e pubblico, venendo riconosciuta al Festival del Cinema di Cannes per ognuno dei suoi film, per due volte con due dei premi più importanti.

Possiamo dire perciò che la scelta di “Dogman” è stata prettamente commerciale. Al contrario, quella di “Lazzaro Felice”, sarebbe stata quella più coraggiosa, poiché si tratta di un film più d’autore, quindi più ricercato. E questo è un fattore da non sottovalutare, dato che negli ultimi due anni l’Academy ha cambiato i suoi metodi di votazione favorendo i titoli più famosi ed i campioni di Box-office a quelli più di nicchia, requisiti che non mancano al film di Garrone.

Al fine di vedere l’Italia rappresentata, secondo noi, è stato perciò giusto scegliere la pellicola del regista romano invece che quella della Rohrwacher, poiché, essendo sia apprezzata dalla critica che più fruibile dal pubblico, aveva così una maggiore possibilità di rientrare nella shortlist e, perché no, anche nella cinquina finale. Ahimè però il film non ha comunque centrato l'obbiettivo.

A fine articolo vi lascio gli articoli in cui sono presentate sia la lista dei 21 candidati italiani che la lista di tutti i film rappresentanti nazione per nazione.

Per i prossimi aggiornamenti in ambito cinefilo, ci vediamo sempre qui!

Mattia Zisa

- Articolo 1: “Oscar 2019, 21 film candidati per l'Italia. Ecco l'elenco completo” https://www.quotidiano.net/magazine/oscar-2019-1.4187591

- Articolo 2: “Oscar 2019 al Miglior film straniero: La lista definitiva delle proposte di ogni paese” http://www.awardstoday.it/2018/08/oscar-2019-al-miglior-film-straniero-la.html

Post recenti

Mostra tutti

Tutto chiede salvezza

“Tutto chiede salvezza” è la storia di Daniele, un ragazzo di vent’anni con l’amore per la poesia, che una domenica si risveglia in un...

the father

"The Father" è un film drammatico del 2020 diretto da Florian Zeller, basato sulla sua acclamata pièce teatrale "Le Père". Il film,...

Comentarios

Obtuvo 0 de 5 estrellas.
Aún no hay calificaciones

Agrega una calificación
  • Instagram - Black Circle
Instagram feed
Follow us
  • Bianco Facebook Icon
  • Bianco Instagram Icona
  • iconmonstr-email-12-96

© 2023 by . Proudly created with Wix.com

bottom of page