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Il signore delle formiche: 1962 o 2022?

Lo scorso mese (settembre ndr), proprio in occasione dell’iniziativa “Cinema in Festa”, è arrivato nelle sale cinematografiche il nuovo film di Gianni Amelio “Il signore delle formiche”. Presentato alla mostra del cinema di Venezia, dove ha ricevuto ben dodici minuti di applausi con standing ovation; è stato molto apprezzato e acclamato dalla critica per la sua attualità e per la purezza con la quale è stato raccontato un amore omosessuale tra gli anni 60’ e 70’ del secolo scorso.

Tratta da una storia vera, la pellicola mostra lo svolgimento del processo all’intellettuale Aldo Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, accusato di plagio a seguito di una relazione omosessuale avuta con il suo studente Ettore (Leonardo Maltese). Nonostante il ragazzo sia maggiorenne e ben consapevole delle sue scelte, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto ad elettroshock, perché considerato dalla famiglia malato e mal indottrinato.

Il film ci mostra un’Italia ancora reduce della violenza e dell’omofobia del fascismo, un’Italia retriva che spaventa sia per il contesto così reale e vero, ma anche per l’attualità di questa forma di discriminazione. Il caso Braibanti viene ritenuto così importante perché per la prima volta viene usata una legge fascista, mai applicata prima, in un periodo storico in cui l’Italia avrebbe dovuto presentarsi “libera” dalle grinfie del passato. Il processo in realtà è soltanto un’occasione per perseguitare un uomo comunista, odiato dalla politica a lui contemporanea. Ecco, quindi, che la questione non diventa più di tipo penale ma di tipo sociale e politico.

Grazie a Ennio Scribani (Elio Germano), un giornalista dell’Unità, l’opinione pubblica inizia a muoversi e a lottare per ottenere giustizia, perché Aldo ed Ettore non sono un caso isolato, l’amore non può essere processato. Ennio è un uomo omosessuale spaventato, che ha paura per il suo futuro; Ennio è l’emblema di tutte quelle persone della comunità LGBT che a seguito dell’affossamento del ddl Zan non si sono sentite rappresentate da uno Stato che a distanza di sessant’anni si ritrova ancora diviso sul riconoscimento dei diritti civili.

“Il signore delle formiche” è un film vero, crudo, con una regia impeccabile, che interroga lo spettatore su quale tipo di cittadino debba diventare: accettare le ingiustizie o lottare per amore e per la propria libertà?

Chiara Aprile


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