L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha autorizzato il primo vaccino antimalarico per bambini nella storia.
Nel 2019 la malaria ha causato 229 milioni di casi e 409.000 morti di cui 274.000 bambini dagli 0 ai 5 anni. Negli anni, bonifiche dei terreni, zanzariere impregnate di insetticida e nuovi farmaci antimalarici hanno permesso di ridurre significativamente il numero delle vittime. Da tempo non si riuscivano più a registrare progressi sul fronte della prevenzione, mentre la ricerca scientifica studiava strategie complementari.
Il 7 ottobre del 2021 l’OMS ha raccomandato un uso ampio del vaccino contro la malaria, chiamato RTS, S/AS01 e prodotto da GlaxoSmithKline, nei bambini che vivono nell'Africa subsahariana e in altri due paesi africani con alta trasmissione della malattia. Il vaccino è raccomandato per prevenire la malaria causata dal Plasmodium falciparum, un protozoo parassita unicellulare, nei minori che vivono in paesi ad alto rischio. Si somministra in 4 dosi a partire dai 5 mesi d’età. I risultati positivi che hanno convinto le autorità sanitarie internazionali hanno mostrato che il nuovo vaccino si presta ad essere introdotto con efficacia all’interno dei programmi di vaccinazione, anche in epoca pandemica. Il vaccino è uno strumento aggiuntivo e cruciale perché permette di proteggere anche i numerosissimi bambini che non dormono sotto le zanzariere, finora unico presidio di prevenzione efficace a disposizione. Si è dimostrato sicuro e, nelle aree in cui è stato introdotto, non si è visto calare l’uso di zanzariere, né il ricorso ad altre vaccinazioni pediatriche o l’attenzione generale ai sintomi febbrili. Anche in contesti migliori, ovvero dove i bambini sono protetti da zanzariere e i servizi sanitari per la diagnosi e la cura funzionano, il vaccino ha portato a una sensibile riduzione della letalità della malaria, pari a circa il 30%.
Alessandra Occhipinti e Giuseppe di Benedetto
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