Durante gli scavi iniziati lo scorso settembre nei pressi dell’antica Luxor è venuta alla luce la cosiddetta “città d’oro” d’Egitto. L’Egitto sembrava aver già restituito i resti del passato ai contemporanei, ma questo nuovo ritrovamento ci porta a pensare che l’epoca delle grandi scoperte archeologiche non sia ancora finita.
La città rinvenuta sarebbe quella di Aten, risalente a circa tremila anni fa, cercata per anni dagli archeologi, ma sempre nel punto sbagliato. La città potrebbe rappresentare uno spaccato della vita quotidiana degli antichi egizi, in quanto sia in un ottimo stato di conservazione e sembri essere una delle più grandi città ritrovate. Si tratta, infatti, della più importante scoperta archeologica dopo quella della tomba di Tutankhamon.
Sono stati rinvenuti non solo resti di antichi edifici, ma anche scheletri umani e ossa animali, sculture, vasi, statuette e gioielli, come anelli e scarabei. Nella zona meridionale sono stati rinvenuti anche i resti di una panetteria, completa di forni e ceramiche.
Il sito risale all'epoca del faraone Amenhotep III, che governò tra il 1386 e il 1353 a.C. circa. In quel periodo l’Egitto visse un'era di straordinaria ricchezza, confermato anche dal ritrovamento di mattoni con il cartiglio del faraone. Amenhotep III, durante gli ultimi anni della sua vita, regnò al fianco del figlio Akhenaton. Pochi anni dopo la morte di suo padre, Akhenaton, stravolse tutto ciò che il defunto sovrano aveva rappresentato e durante i regni seguenti la città cadde nell’oblio.
La scoperta storica è stata annunciata da Zahi Hawass, a capo della missione archeologica, il cui obiettivo era, in realtà, quello di cercare il tempio funerario di Tutankhamon.
Mentre gli scavi continuano, è iniziato il lungo lavoro di catalogazione dei ritrovamenti, ma gli archeologi sono fiduciosi che il sito sarà reso visitabile ai turisti dopo il 2021.
Francesca Miceli
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