Quest'anno sarà un Natale particolare e la maggior parte di noi ha sentito il bisogno di addobbare la propria casa ancor prima dell'8 Dicembre. Cosa succede quando addobbiamo l'albero di Natale, il presepe e aggiungiamo luci in ogni angolo della casa?
Tutta la famiglia si trova sommersa da palline e addobbi. Ma non tutti sanno che ogni settimana ingeriamo fino a 2000 piccolissimi frammenti di plastica, che equivalgono al peso di una carta di credito. A questi a Natale si sommano anche tutti i glitter presenti nelle nostre decorazioni.
I glitter sono belli, colorati e ti catapultano nell'atmosfera natalizia, ma sono creati da un insieme di alluminio e materiale plastico PET fatto in piccoli pezzi e poi colorato. Questi minuscoli pezzetti di alluminio e PET sono un serio problema anche per gli oceani, poiché si accumulano tutti lì dopo esser passati dalle tubature dello scarico delle nostre case o in pattumiera e poi in discarica.
Nel rapporto sulle microplastiche negli oceani dell'Unione internazionale per la conservazione della natura, il glitter non viene nemmeno citato tra le principali fonti di inquinamento da microplastiche. Perchè?
Questo avviene perchè le principali fonti di microplastiche non sono ancora regolamentate, ma anche perchè il glitter in termini di volume non è certamente tra i maggiori inquinanti. Esso, infatti, rappresenta meno dell'1% delle plastiche disperse nell'ambiente, ma smettere di comprare decorazioni che lo contengono e soprattutto acquistare nuove decorazioni natalizie ogni anno può aiutare a contenere questo problema.
Un altro metodo efficace per ridurre gli sprechi, potrebbe essere il riciclo o la preparazione di addobbi con legno, carta, stoffa o con materiali che verrebbero buttati o comprare addobbi sostenibili da alcuni brand come Honeycomb.
Può anche essere un ottimo metodo per cercare di migliorare, nel nostro piccolo, il mondo.
Sarà anche un Natale meno scintillante ma almeno sarà più etico ed ecosostenibile.
Alessandra Cappello
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