OWEN COOPER IN “ADOLESCENCE"
- Scicliceo

 - 1 giorno fa
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Durante la settantasettesima edizione degli Emmy Awards, Owen Cooper, a soli quindici anni, è stato premiato come migliore attore non protagonista in una miniserie per la sua interpretazione nella serie “Adolescence”, diventando così il più giovane attore ad aver mai vinto questo riconoscimento.
Attraverso immagini forti e potenti, Cooper mette a nudo le fragilità dell'età adolescenziale e i drammi che troppo spesso si consumano nel silenzio. Nella serie, i corpi vengono rappresentati con tagli, graffi e simboli di dolore: elementi che superano il linguaggio estetico per farsi grido di denuncia.
I comportamenti violenti di alcuni adolescenti sono il riflesso di una società che non ascolta, di famiglie che ignorano e di istituzioni che falliscono. Tra questi silenzi, cresce il seme della violenza, ma soprattutto quello degli abusi psicologici e fisici che, se trascurati, possono evolversi fino a sfociare nell’omicidio di genere. Il collegamento al femminicidio è dunque implicito ma estremamente potente.
La serie suggerisce come la cultura patriarcale e la mancanza di educazione emotiva possano radicarsi sin dalla giovane età. Le ragazze, rappresentate come oggetto di desiderio o come vittime senza voce, pongono lo spettatore davanti alla realtà di una società che spesso normalizza la violenza sulle donne. È proprio da quella adolescenza trascurata, da quella sofferenza non ascoltata, da cui può nascere l'uomo abusivo e violento.
Con questa serie, Cooper ci obbliga a guardare negli occhi i problemi più profondi della nostra società. Se si vuole fermare il femminicidio, bisogna partire dal rispetto reciproco e dalla capacità di gestire le proprie emozioni.
“Adolescence” non è soltanto una semplice serie, ma un grido silenzioso che fa riflettere.
Azzurra Ficili, Marialuce Trovato ed Elena Manenti



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