top of page

REQUIEM FOR A DREAM: UN TORMENTO SENZA FINE

Sono passati vent’anni dall’arrivo sul grande schermo di “Requiem for a Dream”, film che ha guadagnato tanto successo in poco tempo diventando un monumento del cinema degli anni 2000. Questa pellicola, basata sull’omonimo romanzo, è un thriller psicologico abilmente diretto da Darren Aronofsky e che vede come protagonisti Harry (Jared Leto), la sua ragazza Marion (Jennifer Connelly), il suo migliore amico Tyrone (Marlon Wayans), e la madre Sara (Ellen Burstyn). Si tratta di un viaggio nella psiche di questi personaggi, accecati dalle loro dipendenze e schiavi delle stesse: Harry, Marion e Tyrone sono tossicodipendenti, mentre le dipendenze di Sara sono la televisione e la perdita del peso, motivo per cui comincerà ad assumere delle pillole che le logoreranno anche la mente.

L’intera narrazione è immersa in un’atmosfera cupa e ansiogena, dovuta alla scelta del regista di tormentare noi spettatori con una serie di sequenze molto veloci, frutto di circa 2000 tagli, che conferiscono alla storia quel ritmo costantemente movimentato. Oltre all’abilità nelle riprese e nel montaggio, un altro punto di forza del film è indubbiamente la colonna sonora “Lux Aeterna” di Clint Mansell: questa melodia, che risulta quasi asfissiante, gioca infatti un ruolo fondamentale in quanto mette in risalto la condizione estremamente disturbata dei personaggi.

L’intreccio della storia è suddiviso invece in tre “parti”: estate, autunno e inverno. La vicenda si apre nel periodo estivo, quando la vita dei personaggi sembra splendere; segue poi l’autunno, “fall” in inglese, lingua originale, il quale sta ad indicare l’inizio della metaforica caduta dei protagonisti nel limbo delle loro dipendenze; per ultimo l’inverno che segna il definitivo punto di non ritorno. Per chi ci avesse fatto caso, sì, manca la primavera, e no, non è un caso: è l’unica stagione mancante proprio perché rappresenta la rinascita, la via d’uscita in fondo al tunnel delle dipendenze che sembra essere però irraggiungibile.

Insomma questo film, tutt’ora considerato un cult, è doloroso come una pugnalata alle spalle non solo per i temi trattati, ma soprattutto per il modo in cui vengono trattati. Del resto, sono in tanti a sostenere che nonostante sia un vero capolavoro non lo riguarderebbero, se non a distanza di tempo. In qualche modo riesce a lasciare un segno nello spettatore, soprattutto grazie al cinismo di Aronofsky verso i suoi personaggi, ai quali non concede nessuna speranza di rinascita, nessun nuovo inizio: per loro non vi è scampo. Per rendere meglio l’idea vi riporto qui una citazione del film “L’Odio” di Mathieu Kassovitz che sembra quasi riassumere il contenuto di “Requiem for a Dream”: <<Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.>>.

Ed è proprio vero perché in questa storia non si sale mai, si cade e basta.


Francesca Cannata


Post recenti

Mostra tutti

Tutto chiede salvezza

“Tutto chiede salvezza” è la storia di Daniele, un ragazzo di vent’anni con l’amore per la poesia, che una domenica si risveglia in un...

the father

"The Father" è un film drammatico del 2020 diretto da Florian Zeller, basato sulla sua acclamata pièce teatrale "Le Père". Il film,...

Comentários

Avaliado com 0 de 5 estrelas.
Ainda sem avaliações

Adicione uma avaliação
  • Instagram - Black Circle
Instagram feed
Follow us
  • Bianco Facebook Icon
  • Bianco Instagram Icona
  • iconmonstr-email-12-96

© 2023 by . Proudly created with Wix.com

bottom of page