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SALVATORE

Salvatore, il primo album di un rapper che fino a poco tempo fa aveva pubblicato solo singoli e featuring, sta dominando le classifiche Fimi (Album) italiane e nella sua prima settimana di rilascio è stato il secondo album più ascoltato nel mondo. Analizzando i testi di ogni singolo si può avvertire subito della rabbia repressa da parte di Vincenzo (Paky) che insieme ai suoi producers ha saputo far uscire la rabbia sotto forma di arte pura.

Come dice nella intro del disco: "Ho preso casa a Milano ma ricordo che prima vivevo a Napoli, stavo nel Monterosa in un cesso con due locali" o ancora "Casa l’abbiamo occupata, la luce era staccata, ci mancava l'acqua calda, non andava la caldaia".

Come possiamo ben capire la sua metrica è unica nel rap italiano, poiché riesce ad esprimersi in un modo in cui nessuno è capace di farlo. Infatti, dopo aver realizzato ritornelli da far venire la pelle d'oca come in Vita sbagliata, Vivi o muori o Mi manchi, riesce a dividere l'album in 2 parti separate da uno skit intitolato come l'album stesso, ovvero con il nome di suo zio deceduto a causa di un incidente stradale forse dovuto ad una chiamata da parte di suo nipote (Paky) che deve averlo distratto. Nella prima parte colloca i brani caratterizzati da mood più leggeri, mentre nella seconda quelli più seri, impegnati. Una dove è vivo e una in cui non lo è.

Tutti gli altri artisti che hanno collaborato al progetto sono stati eccezionali nel saper soddisfare l'attitude del disco: le strofe che meriterebbero di più sono quelle di Gué Pequeno in Vivi o muori e di Geolier in Comandamento, canzoni nelle quali traspariscono l’impegno e l’ingegno che hanno impiegato nello scrivere questi ritornelli, a mio avviso favolosi. Consiglio di ascoltare quest'album in un momento di pace interiore per riuscire ad analizzare il meglio possibile i testi non semplici di ogni singola canzone. Buon ascolto.



Riccardo Padua

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