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THE BATMAN: OMBRA, VENDETTA E GIUSTIZIA

Dopo Lewis Wilson e Robert Lowery negli anni ’40, Adam West negli anni ’60, Michael Keaton, Val Kilmer e George Clooney negli anni ’90, Christian Bale e Ben Affleck negli anni 2000 c’è ancora spazio per Batman sul grande schermo? Di sicuro questa domanda è stata la più gettonata in merito a The Batman, la nuova pellicola diretta da Matt Reeves sull’omonimo eroe adesso interpretato da Robert Pattinson. Ancor prima dell’uscita del film, alla luce delle prime notizie, il pubblico si è difatti schierato in due diversi “gruppi”: chi nutriva grandi aspettative e chi, soprattutto a seguito del successo della trilogia di Nolan, si è dimostrato abbastanza scettico riguardo alla sua riuscita. Il film ha una premessa molto chiara: Batman deve affrontare il ​​suo passato e divenire un simbolo di speranza per il popolo di Gotham. Nella notte di Halloween, in piena campagna elettorale, il sindaco della città viene brutalmente assassinato e sulla scena del crimine è rinvenuto un biglietto indirizzato a Batman con un messaggio in codice da decifrare: questo inaugura una serie di indizi (e omicidi) che orienta l’eroe sulle tracce dell’Enigmista (Paul Dano), un vero e proprio serial killer sociopatico il cui obbiettivo consiste nel far cadere l’élite corrotta che detiene le redini della città. Ma una volta tolta la maschera, il nostro eroe torna ad essere un Bruce Wayne malinconico che trascorre il suo tempo a rimuginare sulla morte dei genitori. L’unica persona rimasta al suo fianco è il maggiordomo Alfred (Andy Serkis) che stavolta non incarna la consueta figura paterna, ma una spalla su cui piangere e con cui confidarsi. E se da un lato durante questa ardua impresa Batman troverà diversi nemici, d’altro canto avrà modo di incontrare anche degli alleati come Jim Gordon (Jeffrey Wright) e Selina Kyle (nonché Catwoman, interpretata da Zoë Kravitz). È assodato dunque il fatto che questa volta la storia non voglia puntare i riflettori sull’origine dell’eroe, quanto in realtà sul personaggio in pieno divenire. A tal proposito, ho particolarmente apprezzato l’intenzione di mettere in risalto il lato fortemente investigativo dell’eroe che avvicina molto la sua figura ai fumetti e, a mio avviso, dà l’idea che la storia narrata sia quasi un’eco delle vicende trattate da Fincher in Seven o Zodiac.

Tra gli altri punti di forza che ho avuto modo di riscontrare in The Batman aggiungerei l’innegabile chimica tra Zoë Kravitz e Robert Pattinson e l’impeccabile scelta del cast – tra cui vi è anche un’irriconoscibile Colin Farrell. A coronare il tutto vi è la colonna sonora di Michael Giacchino che una volta ascoltata lascia davvero una traccia memorabile e costituisce il perfetto riflesso dell’atmosfera fosca e tetra della corruzione e delle malefatte, sovrane nella città di Gotham. Altrettanto accurata è anche la scelta di annoverare tra le musiche del film la cupissima Something in the Way dei Nirvana, scelta non affatto casuale dato che proprio ascoltando questa canzone Matt Reeves abbia deciso di ispirarsi a Kurt Cobain per il personaggio di Bruce anziché rappresentarlo nuovamente come un “playboy”. Dunque alla domanda iniziale risponderei che sì, di Batman ne abbiamo visti molti ma tutti incredibilmente diversi tra loro, motivo per cui credo che in fondo ci sarà sempre uno spazio per questo eroe.



Francesca Cannata

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