È estremamente difficile descrivere a parole una serie che si distingue così tanto per mostrare azioni concrete, una serie che è cronaca di vita quotidiana, che non romanza i fallimenti, ma che prova che si può essere artefici dei propri successi.

This is us narra la storia della famiglia Pearson e lo fa seguendo due linee temporali diverse, in modo da poter esporre gli antefatti della nascita del nucleo familiare e riuscire allo stesso tempo a seguire lo sviluppo delle vite dei singoli componenti, scelta che si rivela molto appropriata, considerate le numerose sottotrame.
La serie si focalizza enormemente sulle emozioni, dei protagonisti e indirettamente degli spettatori, attraverso storie, che, come accennato nell’introduzione, sono realistiche, permettendo così una facile immedesimazione. Sono fermamente convinta che proprio questo sia stato uno dei motivi del successo di questa serie TV. Il pubblico, infatti, può tranquillamente rispecchiarsi negli avvenimenti senza avvertirli troppo distanti dalla realtà.
Si affrontano, inoltre, numerosi problemi odierni, relativi al singolo individuo, come benessere mentale e dipendenze, ma anche temi e fenomeni che dilagano nella nostra società, come razzismo o, ancora, l'affidamento di minori. La serie riesce quindi a trattare argomenti di un certo calibro senza risultare scontata, sfatando spesso cliché e riuscendo a dare la giusta rilevanza a questioni considerate di frequente già largamente dibattute.
Il cast è il cuore pulsante dello show. Fra i numerosi attori, ricordiamo, ad esempio, Milo Ventimiglia, noto per aver preso parte, come giovane Jess, a “Una mamma per amica”, Mandy Moore, in tutta la sua bravura, e Sterling K. Brown, che vince un Golden Globe per migliore attore in un drama; infine, meritevole menzione va anche a Chrissy Metz e Justin Hartley.
In conclusione, This is us dà tanto allo spettatore, ma soprattutto non fallisce nel dimostrare che “non esiste limone troppo aspro da non poter diventare qualcosa di simile a una limonata.”
Mariagloria Parisi
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