Il Trilogy Tour di Melanie Martinez è un grande ed elaborato progetto che è stato portato a termine con ben 47 tappe in America ed Europa. La cantante, fenomeno multi-platino del pop alternativo, ha presentato i piani per il suo tour di concerti più ambizioso. Il Trilogy Tour ha visto l'evoluzione dell'alter ego della Martinez "Cry Baby" eseguita dal vivo. Ha incluso i successi di tutti e tre i suoi album che hanno conquistato la Top 10: Cry Baby, K-12 e Portals, che hanno totalizzato oltre 14 miliardi di streaming in tutto il mondo. Il tour è cominciato il 10 maggio 2024 alla Climate Pledge Arena di Seattle WA e si è concluso il 19 ottobre al Forum di Assago, a Milano. Questa è stata l’ultima volta che l’artista si è esibita per cantare i suoi ultimi tre album, perché il prossimo lavoro che andrà a produrre non sarà più collegato alla storia di Cry Baby, che è iniziata il 14 agosto 2015, con l’album omonimo. Lo spettacolo includeva quattro cantanti d’apertura, alcuni per l’America ed altri per l’Europa, nove ballerini e quattro musicisti, per riproporre le melodie delle 29 canzoni, oltre a qualche altra melodia proposta nei momenti in cui la cantante usciva dal palco per cambiarsi d’abito. Ad ogni concerto ha cambiato tre outfit per ogni atto; il più particolare è l’ultimo atto dove Melanie ha mostrato un nuovo concept inedito con atmosfere oniriche e nei quali la cantante assume le sembianze di una sorta di alieno rosa a quattro occhi appena schiuso da un uovo. Ad ogni concerto ci sono state delle coreografie caratteristiche della celebrità, con numerosi effetti speciali e oggetti di scena, come, ad esempio, un’ascia, una spada, candele, funghi grandi gonfiabili, una scrivania, un lettino d’ospedale, dei palloncini, delle bolle di sapone, dei coriandoli a forma di farfalline rosa e molto altro. Un’altra peculiarità di questo fantastico Tour è stata che, alla fine di ogni concerto, la cantante ha incitato tutti i suoi fan a gridare “Free Palestine”, per far capire quanto sia importante e da non sottovalutare la situazione attuale, mettendo addirittura durante la canzone “The Principal” cartelli retti da delle bamboline vintage con su scritto frasi come“End the occupation”, “F*ck colonization”.
Giulia Quintino
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