“Credi che Dio ti abbia dato il dono della pittura perché tu viva in miseria?”. “Non l’ho mai vista in questo modo. Forse Dio mi fa dipingere per quelli che nasceranno”. Queste sono alcune delle frasi di “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità”, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 3 gennaio di quest’anno, che ho ritenuto più significative.

Diretto da Julian Schnabel, vede come protagonista Willem Dafoe nei panni del pittore, di cui trasmette i più intimi tormenti degli ultimi anni di vita. Credo che non si possa paragonare questo film ad un classico biopic, in quanto non si incentra sulle tappe della vita del pittore, bensì sulle sue sensazioni, che faceva riaffiorare nella sua pittura. La regia fluttuante immerge lo spettatore nel corpo del protagonista, mostrando il mondo dalla sua prospettiva: carico di emozioni e traballante. La particolare e originale tecnica usata, a cui non avevo mai assistito, può inizialmente provocare disorientamento, ma man mano si dimostra ideale per narrare una storia così tormentata. Si alternano così scene dall’andatura irregolare e sequenze più statiche e tranquille, che raffigurano il pittore mentre dipinge. Considero emblematiche le scene della discussione con l’amico e rivale Paul Gauguin, in cui le lacrime del protagonista appannano apparentemente lo schermo. Il film ricostruisce i pensieri della società ottocentesca francese nella quale viveva Van Gogh, che non lo comprendeva e lo respingeva, nello stesso modo in cui faceva con la sua pittura. Fu questo a portare Van Gogh a credere che quest’ultima, così intima e fuori dagli schemi, venisse gradita e compresa solo successivamente. Peraltro, viene mostrato il rapporto con il fratello Thèo, che ha sempre cercato di aiutarlo. Il film, infine, rivela la sconvolgente verità sulla sua morte, emersa solo da pochi anni, nel 2011, tramite la scoperta di alcuni scritti del pittore, rinvenuti da due storici d’arte.
Vincent Van Gogh è stato un esempio di autostima, fiducia nel talento, sensibilità alla bellezza, amore verso la natura e ammirazione verso il mondo. Il film mostra perfettamente, a parer mio, tutto ciò, come anche la sua arte, per mezzo della quale lui vivrà per l’eternità.
Lisa Caruso
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