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Aiuti militari all’Ucraina: sì o no?

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”

Molti di voi conosceranno già la frase citata sopra del celebre Primo Levi, scrittore italiano, ma anche partigiano e superstite dell’olocausto. Egli scrisse queste parole affinché le generazioni future conoscessero quello che è accaduto nel passato e si impegnassero a non farlo accadere di nuovo.

Ma non sempre quello che è accaduto in passato ci fa aprire gli occhi. Sono passati ben settantasette anni dopo la seconda guerra mondiale; anni durante i quali sono accadute molte guerre tra vari paesi, come quella arabo - israeliana o tra Iran e Iraq. Qualche mese fa è scoppiato un conflitto tra la Russia e l’Ucraina.

Questo scontro, a differenza degli altri, non ha solo coinvolto due paesi, ma la maggior parte del mondo. Infatti, Putin, presidente della Federazione russa, ha attaccato l’Ucraina perché quest’ultima vuole entrare a far parte della Nato. Zelensky, presidente dell’Ucraina ha chiesto alle potenze europee e alla Nato di mandargli aiuti militari per resistere all’attacco russo. L’Italia ha mandato e continua a mandare aiuti umanitari all’Ucraina ma, si è aperta una spaccatura all’interno del governo italiano a causa di due opinioni contrastanti: mandare o no le armi all’Ucraina?

La posizione del premier Draghi è favorevole alla fornitura di armi ed è sostenuto dalla maggioranza ma, all’interno del M5S, ci sono posizioni diverse poiché Conte è contrario a mandare aiuti militari mentre, Di Maio si schiera a favore di Draghi e del Governo.

Nelle scorse settimane il Governo Draghi ha comunicato l’intenzione di aumentare la spesa per la difesa fino al 2% del Pil. Questo risultato può essere ottenuto solo attraverso due possibili strade: l’innalzamento del debito pubblico o la sottrazione di tali risorse da altri capitoli di spesa.

Infatti, nel nuovo DEF (Documento di economia e finanzia), che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, i fondi stanziati in favore della scuola sono stati ridotti ma, prima di essere attuato, il DEF deve essere approvato dal Parlamento e difatti il 20 aprile si terrà alla Camera un incontro per discuterlo e approvarlo.

Pertanto, concludendo, secondo voi l’Italia fornirà aiuti militari all’Ucraina o farà tesoro degli insegnamenti del passato?



Giorgia Pazienza

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