In un’epoca in cui i giovani sono sempre connessi, mai come ora si sono sentiti isolati e vulnerabili. Infatti, quasi la metà dei giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, più precisamente il 49,4% circa, ha affermato di aver sofferto di depressione e ansia. Il 62,1% di loro ha affermato di aver cambiato la propria visione del futuro. Questi sono solo una parte dei dati che sono emersi dal rapporto ‘’Generazione post-pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani durante il post Covid 19’’. Sono diversi i fattori da cui scaturiscono questi fenomeni, pertanto ne citerò solo alcuni. Come detto all’inizio del testo, nella nostra epoca, cioè quella digitale, siamo sempre connessi sui social. Da una parte serve per mantenerci attivi su ciò che ci accade intorno, dall’altra ci mostra una realtà idealizzata che spesso ci rende insicuri e ci fa sentire sbagliati. È giusto ricordare a noi stessi quel che siamo e quanto valiamo, senza basarci su quello che vediamo attraverso uno schermo. I social, spesso e volentieri, ci rendono incapaci di saper vivere le esperienze e l'eccessiva interazione online riduce le abilità necessarie per le relazioni “face to face”. Un altro fattore è sicuramente l’oppressione creata da un mondo in continua evoluzione: già da piccoli, immaturi e con poche certezze, siamo costretti a prendere decisioni che probabilmente segneranno la nostra adolescenza; per esempio, a quattordici anni ci tocca scegliere che scuola frequentare, ancora ignari su cosa fare della nostra vita un giorno. Parlando di scelte scolastiche, credo che sia giusto dire anche che la causa principale dell’ansia è sicuramente la scuola. Molto spesso, genitori e insegnanti si fanno alte aspettative su di noi e ci sentiamo in dovere di rispettarle. Inoltre, ad aggiungere la benzina sul fuoco è anche la competizione che si crea nelle classi per questa ‘’corsa verso il successo’’. Questi sono soltanto alcuni dei tanti fattori che favoriscono l’aumento di ansia e depressione nei giovani, i quali vorrebbero soltanto essere compresi e aiutati. Anche le scuole cercano di muoversi in aiuto dei giovani, introducendo uno psicologo che cerca di aiutare i giovani nelle interazioni con compagni e professori, o a gestire le proprie emozioni. Purtroppo ai giorni nostri la salute mentale è molto sottovalutata, soprattutto in noi giovani, e tutto ciò non causa altro che solitudine e angoscia nei più deboli. Quel che penso io è che l’ansia e la depressione non devono assolutamente essere sottovalutate perché, se non affrontate o gestite male, creano problemi che ci porteremo per lungo tempo e che diventeranno sempre più grandi. Bisogna ascoltare di più le esigenze dei giovani affinché possano sentirsi in pace con loro stessi.
Martina Trovato
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