100% di approvazione da parte dei critici di Rotten Tomatoes, un voto di 9,3 da parte degli utenti di IMBd, 9,4 da quelli di Metacritic, perfino un 10 di ign. Ha inoltre stabilito il record come serie più vista su Netflix ad una settimana dal suo debutto. Un successo meritato: Arcane è un capolavoro destinato a mutare profondamente gli standard qualitativi degli adattamenti videoludici. Già con la trasposizione animata di Castlevania, Netflix si era mossa nella direzione di un’animazione più adulta, ma la complessità della sua nuova serie originale mostra tutta l’instancabile dedizione che il team di League of Legends ha impiegato per 8 anni nella definizione del suo mondo attraverso fumetti e video animati. Questa attenta cura rende Arcane un prodotto incredibilmente immersivo, al pari di molti altri successi della piattaforma di streaming americana, fruibile e godibile anche da chi non conosce il videogioco di riferimento.
Subito veniamo catapultati nella narrazione: una coltre di fumo rossastro avvolge minacciose figure armate, le fiamme divampano crepitando, mentre si sente un canto tenue, che alimenta la desolazione di uno scenario fatto di morte e distruzione. Due bambine, ormai orfane, abbandonano con astio Piltover, la brillante città del progresso, per tornare al riparo negli squallidi bassifondi di Zaun. Ma mentre le tensioni sociali si inaspriscono e il progresso minaccia sviluppi pericolosi, le due si ritroveranno su fronti opposti di uno stesso conflitto.
Arcane presenta una realtà complessa, un approfondito world building, che, come in Game of Thrones, si concentra sugli intrighi politici, gli interessi commerciali, ma vengono riportate anche le contraddizioni di una società “utopica”: la corruzione, la discriminazione, la repressione armata, l’indifferenza verso il disagio nei bassifondi. Il degrado di un luogo dimenticato appare in tutta la sua crudezza con l’abuso di droga e la quotidiana violenza. Ne derivano quindi numerose scene di combattimento, che tuttavia non sono mai preponderanti, ma sempre preposte ad un preciso fine narrativo. In questi momenti brilla l’animazione, assolutamente spettacolare, fluida, dinamica, ricca di giochi di luce ed effetti visivi. La CGI ed il disegno a mano vengono uniti per ottenere un risultato molto realistico, tanto che nelle battaglie si percepisce il peso dei colpi sferrati, delle armi. Nelle scene più intense, invece, lo stile cambia drasticamente, si carica di simbolismo grazie a transizioni attentamente studiate. Ma il pathos deriva anche dall’incredibile espressività dei personaggi, che ci rende partecipi dei loro drammi emotivi, in scene laceranti. Grazie a questo, oltre che per l’introspezione psicologica di ognuno e l’abilità dei doppiatori, sembra di trovarsi davanti delle persone reali, umane. Perfino l’antagonista, nonostante i propri metodi, ha degli ideali rispettabili e riesce a rivelarsi, in alcuni aspetti, una figura quasi positiva.
La trama tende ad un’escalation continua ed ogni episodio si conclude con un cliffhanger, suscitando la curiosità dello spettatore. E così si conclude anche la prima stagione, lasciando una serie di interrogativi irrisolti. La seconda parte è stata annunciata, ma non arriverà purtroppo prima del 2022. Intanto vi consiglio di recuperare i primi 9 episodi, e anche se il primo vi potrà sembrare un po’ lento, sono sicuro che entro il terzo vi conquisterà! I fan degli Imagine Dragons apprezzeranno poi la scelta musicale, che comprende anche il nuovo singolo della band: “Enemy”.
Bartolomeo Zisa
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