Al già sanguinoso conflitto in Palestina si aggiunge l’Iran, il quale ha lanciato contro Israele un attacco con dozzine di droni e missili, alcuni dei quali sono stati intercettati sui cieli di Giordania e Siria. Il 14 Aprile l’esercito israeliano, tramite il portavoce Daniel Hagari, ha fatto sapere che il 99% dei circa 300 proiettili lanciati dall’Iran sono stati intercettati dalle difese aeree dello Stato ebraico. Nello specifico, secondo la ricostruzione delle Forze di difesa israeliane (IDF), l’Iran e alcune milizie filoiraniane nella regione hanno lanciato 170 droni, nessuno dei quali è entrato nello spazio aereo israeliano. Lanciati anche 30 missili da crociera, di cui 25 abbattuti dall’aeronautica israeliana. Alla risposta hanno partecipato anche le forze di USA e UK dispiegate nella regione. Hagari ha aggiunto che l’Iran ha lanciato anche 120 missili balistici contro Israele, molti dei quali abbattuti dal sistema di difesa aerea Arrow. Alcuni sono riusciti ad aggirare le difese israeliane, colpendo solo la base aerea di Nevatim, nel sud di Israele. L’effetto sortito dall’attacco iraniano sembra essere stato molto limitato. Il sito d’informazione Axios riferisce che il presidente americano Joe Biden avrebbe detto che gli USA non sosterranno un eventuale contrattacco israeliano, pur avendo preso parte alla difesa. Con l’attacco al consolato iraniano a Damasco del primo aprile, attribuito a Israele in assenza di un’assunzione ufficiale di responsabilità, Tel Aviv aveva dimostrato di poter colpire i luoghi e le persone simbolo della presenza iraniana nella regione. Il raid, che ha provocato la morte di diversi pasdaran, tra cui il generale Zahedi, ha mostrato caratteristiche diverse rispetto agli attacchi che Israele compie ormai da anni in territorio siriano, quasi sempre senza rivendicarli. In questo caso ad essere colpita è stata la sede diplomatica ufficiale di un paese membro delle Nazioni Unite, in una chiara violazione del diritto internazionale, che vede ambasciate e consolati come luoghi “inviolabili”. La risposta di Teheran tanto annunciata si è infine concretizzata.
In una risoluzione adottata giovedì 25 Aprile, ilParlamento Europeo esprime seria preoccupazione per l'escalation e la minaccia alla sicurezza regionale. I deputati ribadiscono il loro pieno sostegno alla sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi cittadini e condannano i lanci simultanei di razzi effettuati dai delegati iraniani Hezbollah in Libano e dai ribelli Houthi nello Yemen contro le alture del Golan e il territorio israeliano prima e durante l'attacco iraniano. Allo stesso tempo, deplorano l'attacco al consolato iraniano nella capitale siriana, Damasco, il 1° aprile, che è ampiamente attribuito a Israele. I deputati accolgono con favore la decisione dell'UE di ampliare il regime di sanzioni nei confronti dell'Iran, anche sanzionando la fornitura e la produzione da parte del paese di droni e missili non pilotati verso la Russia e il Medio Oriente in generale. Nella risoluzione si ribadisce inoltre l'invito del Parlamento a includere il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran nell'elenco delle organizzazioni terroristiche. Si chiede inoltre al Consiglio e al capo della politica estera Josep Borrell di aggiungere Hezbollah nella sua interezza alla stessa lista.
Teseo Mormina e Edoardo Sammito

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