Ma... partiamo dall'origine: chi è il MOSTRO DI FIRENZE?
Con questo appellativo viene indicato un serial killer che, tra gli anni '60 e ‘80, commise otto duplici omicidi. Casi misteriosi e alquanto inquietanti che riguardavano esclusivamente coppie di amanti appartati in luoghi isolati nei dintorni della cittadina di Firenze. Si è parlato di pratiche esoteriche, riti satanici e persino di religioni ispirate a gruppi di maniaci. È evidente come ogni omicidio sia stato svolto nello stesso identico modo: gli amanti uccisi con colpi di pistola e i corpi delle donne, ritrovati distanti dal luogo in cui si trovavano, colpiti, mutilati e seviziati. Dopo il caso del 1985, il serial killer mandò una lettera alla PM Silvia Della Monica con un brandello del seno della ragazza. Questo fu l'anno decisivo in cui venne preso in considerazione il nome di Pietro Pacciani, accusato in precedenza per continue violenze sulle figlie e sulla moglie. Negli anni '90 fu arrestato il presunto omicida dopo aver ritrovato nel giardino un proiettile calibro 22, il tipo utilizzato in tutti gli omicidi, e contemporaneamente furono condannati i cosiddetti “compagni di merenda” sotto l'accusa di aver commesso quattro degli omicidi. Pacciani morì, in circostanze misteriose, poco prima di essere sottoposto ad un nuovo processo d'appello. Successivamente emerse che la pallottola ritrovata nell'orticello di Pacciani non era mai stata incamerata dalla Beretta e, oltretutto, era anche stata manomessa.
Possiamo affermare di certo che il caso non è mai stato chiuso definitivamente a causa delle mancate condanne per tutti i delitti e, dal 2020, le indagini sono state riaperte con una significativa svolta nel caso: il ritrovamento di un nuovo DNA nei proiettili utilizzati.
TROPPI i casi, POCHI i sospettati e un'UNICA arma mai stata ritrovata.
Non resta altro che domandarci: è stato riaperto inutilmente il caso oppure i nostri inquirenti ancora brancolano nel buio?
Carola Virderi, Marta Riccotti La Rocca
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