Per adolescenza si intende quella fase di transizione tra l’infanzia, ormai conclusa, e gli inizi dell’età adulta. È un tema molto delicato e ricorrente sul quale spesso si generalizza con la presunzione di conoscerlo sul serio.
Ma cosa racchiude il vero significato di questa parola?
Essere un adolescente comporta notevoli cambiamenti, fisici quanto psicologici. Il proprio corpo appare talvolta inadeguato e diverso da ciò che si desidera e lo specchio diventa, così, un nemico ossessivo da affrontare ogni giorno. Per non parlare della confusione mentale, di quel senso di solitudine che ci pervade anche in compagnia di qualcuno, dei continui conflitti con i propri familiari che sembrano non capire mai e della società apparentemente perfetta.
Tutti gli adolescenti sono accomunati dalla ricerca di un’identità personale che gli appartenga realmente ma, allo stesso tempo, si differenziano per il proprio carattere, frutto di un vissuto particolare. Il modo di reagire a tutto ciò che non va, quindi, cambia da persona a persona: può presentarsi sotto forma di ribellioni come anche di fragilità. In entrambi i casi ci si sente oppressi dalle forti emozioni provate, quali rabbia, tristezza, ansia, paura, solitudine. L’adolescente cerca disperatamente una risposta ai propri interrogativi, risposta che non sempre sono in grado di dare gli amici, gli adulti e le persone vicine.
In queste circostanze il supporto offerto dalla figura dello psicologo può essere fondamentale per cercare una soluzione efficace ai conflitti, interiori e non, dell’adolescente. In qualità di professionista competente, si astiene dal giudicarlo e lo aiuta a scoprire le proprie risorse e sperimentare le proprie potenzialità creative. Ancora oggi, però, vi è purtroppo una forma di pregiudizio e di timore nel cercare la consulenza di tale specialista poiché viene visto come colui che “cura” l’anormalità, la malattia, la pazzia.
E allora, se vado dallo psicologo, vuol dire che sono matto?
Assolutamente no! Vuol dire, al contrario, curarsi del proprio benessere ed è un atto d’amore verso se stessi.
L’adolescente che decide di rivolgersi ad uno psicologo, pertanto, non è debole, anzi: riconoscere i propri limiti e disagi è una grande dimostrazione di coraggio, in quanto significa mettersi a nudo.
Per concludere, andare da uno psicologo è ok.
“Egli mette a disposizione nuovi occhiali con cui osservare ed affrontare la realtà”.
Chiara Aprile e Paola Piccione

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