Venerdì 20 settembre 2024, nelle ultime ore della giornata scolastica, le classi quarte e quinte del Liceo Classico e Scientifico hanno avuto la fortuna di poter assistere alla conferenza stampa della fotografa modenese Monzoni Antonella a cui verrà conferito il “Premio Luce Iblea 2024”, che ha goduto del patrocinio dei comuni di Scicli e Modica.
La conferenza ha avuto luogo nella sede principale del “Quintino Cataudella” e non è stata noiosa e monotona come molti studenti temevano, anzi la passione della fotografa ha fatto emozionare l’uditorio con racconti fotografici di luoghi e culture molto lontane dalla nostra realtà, che proprio per questo sono riuscite a cogliere l’interesse di tutti. La Monzoni ha infatti viaggiato in lungo e in largo per il mondo, anche in luoghi oggi oppressi dalla guerra come la Russia, dove con le sue fotografie spontanee ci racconta del villaggio Pervo Maiscki e della difficile vita che gli abitanti si ritrovano a condurre senza urbanizzazione e senza nemmeno l’acqua corrente. Poi vi è l’Iran dove prima ancora che arrivassero i Talebani le restrizioni della Repubblica Islamica si facevano già sentire, opprimendo le donne con regole su come vestire, come muoversi e addirittura cosa ascoltare- lo abbiamo visto nel servizio “Iran, chador e sogni”. La fotografa ha fatto servizi anche in Etiopia scoprendo un mondo completamente nuovo, in Messico cogliendo la spiritualità e devozione degli abitanti per il Dia de Los Muertos (da cui il nome del servizio) e in un paesino nel sud della Francia abitato da famiglie in cerca di riposo e tranquillità. Lì la fotografa ha realizzo il suo servizio “Petit Village”. Infine, il lavoro a cui Antonella è forse legata maggiormente è “Madame”, visto anche lo spessore del soggetto protagonista, ovvero Henriette Niépce, moglie del regista Ponteforvo, sorella di una delle prime donne fotografe e nipote di Niépce Nicephore, riconosciuto inventore della fotografia. Henriette era una novantenne ormai sola, circondata dai vigneti. Accettava pochi visitatori poiché non voleva mai nessuno in casa; nonostante ciò, grazie al suo medico, dopo diverse visite, venne convinta a essere fotografata nella sua dimora, che può essere considerata un museo della fotografia. La conferenza ha avuto anche un altro significato, come detto da Antonella Monzoni stessa, ovvero di mettersi sempre in discussione, non arrendersi al primo tentativo se si ha qualcosa in cui si crede e che possiamo restare sbalorditi soprattutto dalle piccole cose.
Conti Salvina
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