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<<Coraggio, umanità!>>

L’humanitas sta alla base della vita fin dai tempi dell’antica Roma. Il più delle volte, però, sembriamo diffidare di questo concetto, incapaci di vedere davvero l'“altro” come Uomo.

In pochi nel corso della storia sono riusciti ad assimilare pienamente questo valore, dovendo far fronte ad una società esclusivamente utilitaristica, in cui il fine giustifica i mezzi e in cui la compassione e l’amore per il prossimo si limitano ad essere utopie. Ed è proprio contro questa consapevolezza profondamente diffusa nell’immaginario comune che Biagio Conte ha lottato fino all’ultimo istante della sua vita.

Biagio Conte, classe ’63, animo ardente da vero palermitano, era un ragazzo come tanti e viveva una vita agiata, spensierata, ricca di divertimenti; una vita che però gli scava nel cuore un vuoto profondo. Era un ragazzo con una grande sensibilità, che si lascia interrogare dalle tante contraddizioni che vede intorno a sé. Le ingiustizie a cui assiste ogni giorno, il vuoto esistenziale, l’assenza di valori, la mancanza di un rapporto con la natura, fanno precipitare Biagio in una profondissima crisi: il 5 maggio del 1990 lascia tutto e tutti e si ritira nelle montagne della sua terra; nei mesi successivi vive da eremita tra i boschi e le montagne siciliane. Compì innumerevoli viaggi, non perdendo mai di vista la sua missione. Dotato di forza, lucidità e perseveranza ha combattuto le sue battaglie non con la violenza, bensì con proteste estreme e digiuni per esortare gli animi impregnati di cinico individualismo. Con la forza delle parole ha realizzato una dopo l'altra le sue “missioni”, innalzando strutture che accolgono centinaia e centinaia di poveri. La “Missione di Speranza e Carità” nasce nel 1991 sotto i portici della Stazione Centrale di Palermo. L’obiettivo imprescindibile è accogliere i poveri in un luogo sicuro e accogliente e dar loro una speranza quando non vi è nemmeno la parvenza di un futuro migliore. La prematura scomparsa di Biagio Conte non sarà di certo la fine di questo percorso alla luce della solidarietà, della fratellanza e dell’attenzione verso i più deboli, i quali vivono emarginati in questa società così indifferente e così superficiale da etichettarli come barboni, vagabondi, alcolisti, prostitute e così via, ignorando la loro storia e il loro passato.

Biagio, invece, viveva per scelta con loro, condividendo sogni, ambizioni e sofferenze.

Al di là della fede, al di là della grazia di Dio, al di là dell'Aldilà dove, per chi crede, Biagio Conte ha trovato il suo felice approdo, il missionario laico è stato un uomo meraviglioso.

Ed è con questa foto che vogliamo salutarlo, con questo lieto sorriso e gli occhi di chi nel cuore cela solo un grande amore per gli altri.

Francesca Xeka e Sophie Ndiaye


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