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COSTA D’AVORIO: DALLA BEFFA ALLA GLORIA



Lo stadio olimpico di Abdjan è il luogo in cui, lo scorso 11 febbraio, la Costa d’Avorio (nazione ospitante della competizione) è diventata, per la terza volta nella sua carriera calcistica, campione d’Africa; sconfiggendo 2-1 la ben più quotata Nigeria di Victor Osimhen, il centravanti fuoriclasse del Napoli.

Un successo che ha avuto non poca risonanza, considerando la bufera mediatica abbattutasi sulla nazionale ivoriana in seguito all’esonero del commissario tecnico Gasset durante il torneo.

Fatale è stata la netta sconfitta 4-0 contro la Guinea Equatoriale, che aveva praticamente condannato la Costa d’Avorio all’eliminazione, poiché era riuscita ad ottenere una sola vittoria durante tutto il girone.

Tuttavia i 3 punti, ottenuti nella prima partita contro la Guinea-Bissau, sono risultati decisivi e hanno permesso alla Costa d’Avorio di classificarsi tra le 4 migliori terze e di conseguenza di accedere anche agli ottavi di finale.

Il torneo, che sembrava essere giunto alla fine per Les Eléphants, continua grazie ad una combinazione alquanto fortunata di risultati.

È solo grazie ad Emerse Faé, nuovo commissario tecnico e vice di Gasset, se in pochissimo tempo la mentalità dei giocatori è completamente mutata ritrovando la grinta necessaria per affrontare la fase finale.

Una delle decisioni migliori prese da Faé è stata sicuramente quella di affidare le chiavi del centrocampo a Franck Kessiè. L’ex giocatore del Milan e Barcellona si è rivelato essere il vero punto di forza della Costa d’Avorio, realizzando una doppietta su rigore (suo marchio di fabbrica) agli ottavi contro il Senegal campione in carica.

Un notevole contributo è stato fornito anche da Sebastien Haller, il bomber del Borussia Dortmund, autore del gol che ha deciso le sorti della vittoria nella semifinale contro la Repubblica Democratica del Congo.

Tra la coppa e la Costa d’Avorio rimane ora solo un ultimo ma enorme ostacolo: la Nigeria, favorita soprattutto per la forza del proprio reparto offensivo costituito dal tridente Chukwueze-Osimhen-Lookman.

La Costa d’Avorio però ha un grande punto a favore, il supporto del pubblico. Infatti dei 57.000 presenti quasi l’80% degli spettatori è di nazionalità ivoriana.

La finale è equilibratissima, La Nigeria parte in vantaggio grazie al suo capitano Troost-Ekong ma al 61esimo arriva il pari di Kessiè con un gran colpo di testa. Il match sembra essere destinato ai tempi supplementari, fino a quando all’ 81esimo minuto il “Dio del calcio” non decide di sovvertire le sorti della partita: Adingra riesce a liberarsi del proprio marcatore e crossa in mezzo all’area dove trova la zampata di Haller. Il pallone, colpito praticamente con i tacchetti, non permette a Nwabali di intervenire. Così la Costa d’Avorio raggiunge la vittoria 2-1.

Non può essere un caso che l’autore di tale gol sia stato proprio Haller, al quale nel 2022 era stato diagnosticato un tumore e che in soli 6 mesi era riuscito a tornare in campo. Un esempio incredibile di forza di volontà e tenacia, la stessa avuta dalla squadra ivoriana che le ha permesso di trionfare nonostante le avversità, passando dalla beffa ad alla gloria.

                                                Giovanni Aprile e Bonincontro Puglisi Andrea

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