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Culla per la Vita

Oggigiorno la possibilità di poter partorire in anonimo negli ospedali e non riconoscere il figlio come tale, non è sempre conosciuta dalle donne che per cause psicologiche, sociali ed economiche non sono in grado di mantenerne la sicurezza.

Le strutture che prendono il nome di “Culla per la Vita” sono attive in Italia già dal 1997 e sono state usate 17 volte, queste permettono alle madri di lasciare il neonato in anonimato senza correre alcun tipo di pericolo.

Queste strutture sono state create per evitare l’abbandono di neonati che rischiano la morte, assicurandogli il diritto alla vita; ma anche per prevenire atti estremi di madri impaurite, dando loro la possibilità di scegliere liberamente se riconoscere o meno il figlio.

Il posizionamento del neonato all'interno della culla avviene grazie all'attivazione automatica dell'apertura della tapparella da parte di chi decide di non tenerlo. Una volta attivata l'apertura, la tapparella rimane sollevata per circa un minuto. Trascorso questo periodo, se non viene rilevato alcun movimento di inserimento del neonato, la tapparella si chiuderà automaticamente, preparandosi per una nuova apertura. Tuttavia, se viene rilevato il movimento di inserimento del neonato nella culla, la tapparella si chiuderà immediatamente una volta che il neonato viene posizionato al suo interno, che per motivi di sicurezza non si potrà più riaprire. In questo modo, il neonato viene messo al sicuro in un ambiente termicamente adeguato.

Appena la tapparella si chiude, viene inviata una segnalazione tramite un combinatore telefonico digitale GSM. Se nessuno risponde entro un tempo di sicurezza prestabilito di dieci minuti, verrà attivato un allarme acustico per avvisare gli operatori.

Inoltre, la culla è costantemente monitorata tramite una telecamera remota che verifica la presenza o l'assenza del neonato in ogni momento. Questo sistema di videosorveglianza garantisce un controllo costante sulla situazione all'interno della culla.

Recentemente abbiamo sentito parlare di questa particolare culla per via del particolare caso di Enea che, alla mattina di Pasqua, è stato collocato nella Culla per la Vita del Policlinico di Milano.

Accanto a lui è stata rinvenuta una lettera, lasciata sul pavimento, in cui si legge: "Salve, mi chiamo Enea. Sono venuto al mondo in ospedale poiché mia madre desiderava avere la certezza che tutto andasse per il meglio e passare il massimo tempo possibile insieme." Il neonato è stato preso sotto la custodia degli specialisti della Neonatologia della clinica Mangiagalli e si trova in eccellente stato di salute.

Al momento, è ignaro dell'abbondante quantità di richieste di adozione ricevute. È all'oscuro delle forti polemiche mediatiche che coinvolgono sua madre, accusata di averlo "abbandonato". Sono stati lanciati appelli affinché torni per riprenderlo, come quello formulato da Ezio Greggio. Tuttavia, c'è anche empatia da parte di altri, i quali considerano l'atto della donna come una scelta d’amore

Angelo La China e Linda De Luca

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