In Italia, la tutela della salute è un diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Le risorse per il Sistema Sanitario Nazionale arrivano dalle entrate tramite ticket e dalla fiscalità generale. Chi può accedere alle cure? Ciò che distingue la sanità italiana dalle altre, è il sistema pubblico di carattere "universalistico”, in quanto garantisce l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini. In America, ad esempio, il sistema sanitario è diverso dal nostro, in quanto un cittadino può curarsi solo se munito di un’assicurazione o solo se ha abbastanza soldi per far fronte ai costi dell’operazione, della visita o del ricovero. Ad ogni modo, non essere assicurati non vuol dire essere privati totalmente di cure mediche: chiunque può ricevere assistenza in caso d’emergenza, ma, essendo sprovvisti di assicurazione, vengono “trascurati”, in quanto la precedenza va data a chi gode di copertura assicurativa. È proprio a causa di questa condizione che le malattie arrivano a raggiungere talvolta lo stadio avanzato.
Per quanto riguarda la Spagna, invece, non c’è molto da dire in quanto troviamo un sistema sanitario molto simile a quello italiano. Altra somiglianza è che in entrambi gli Stati europei sono presenti ospedali sia pubblici sia privati, per cui ogni singolo cittadino, in base alle proprie possibilità, può usufruire di uno dei due.
Altrettando accade in Inghilterra, dove la sanità pubblica viene gestita dal sistema sanitario nazionale, che fornisce tutti i livelli di assistenza sanitaria. I servizi sono tutti gratuiti tranne le prescrizioni, l’optometria e i dentisti. I cittadini devono però registrarsi con un medico di famiglia, che può rifiutare i cittadini se non ha la possibilità di accettare nuovi pazienti o se si vive al di fuori del loro bacino idrografico. Tuttavia non possono rifiutarsi di registrare i cittadini per motivi discriminatori quali la razza, la religione o una condizione medica esistente.
Quando il COVID-19 è arrivato nella nostra nazione, cogliendoci alla sprovvista, il governo, e la comunità tutta, ha saputo reagire con forza e ciò ha contribuito a ribaltare la traiettoria del virus con misure (quasi) esclusivamente basate sulla scienza. Tant’è vero che recentemente siamo stati omaggiati dall’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) per la nostra gestione della pandemia. Nel mettere in campo ogni dispositivo per arrestare l’avanzata della pandemia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Spagna ed altri nel mondo hanno puntato gli occhi sull’Italia, primo Paese in Europa a dover fare i conti con le inenarrabili sofferenze inflitte dalla malattia. Oltre ad aver consentito al mondo intero di prevedere quale sarebbe stata l’incidenza dei malati rispetto ai casi rilevati, quanti letti ospedalieri e quanti apparecchi respiratori sarebbero stati necessari, per quanto tempo stabilire la chiusura di scuole, chiese e ristoranti e così via, oggi l’Italia gode della fama di nazione esemplare da cui imparare a trovare gioia e solidarietà anche nei momenti più difficili.
Sofia Di Rosa
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