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Eliogabalo: imperatore o imperatrice?

Il North Hertfordshire Museum si riferirà d'ora in poi a questə regnante romanə utilizzando i pronomi femminili she/her. Ma alcuni storici insorgono: “I romani non avevano idea della categoria di transessuale come la intendiamo oggi”.

Lo storico romano Cassio Dione, nelle sue Historiae Romanae, sostiene che Eliogabalo abbia pronunciato le seguenti parole: “Non chiamarmi signore, perché sono una signora”. Anche lo storico Ollie Burns ha prensentato prove che Eliogabalo, sovranə del III secolo, offrì “metà dell’Impero” a chiunque potesse “dar ləi una vagina”. Alla luce dei vari studi, un museo inglese ha deciso di dimostrare sensibilità e rispetto per questa figura storica, analogamente a ciò che si cerca di fare con i nostri contemporanei. Su questo argomento è iniziato un dibattito: certi sostengono l’autenticità e l’attualità della questione, sentita anche nella comunità LGBTQ+; altri invece sostengono che “gli integralisti a tinte arcobaleno” e “i talebani della galassia LGBT” stiano (s)travolgendo la storia. Infine ci sono gli studiosi che, testimonianze alla mano, cercano di contestualizzare la figura storica all’interno di una realtà non vicina alla nostra.

“I romani non avevano la nostra idea di trans come categoria, ma usavano le accuse di comportamento sessuale come donna come uno dei peggiori insulti contro gli uomini”, ha precisato il professore di studi classici di Cambridge Andrew Wallace-Hadrill. Infatti, come era assente il concetto di transgender e transessuale nell’antica Roma, non esisteva nemmeno l’etichetta di omosessuale o eterosessuale, ma vi era fluidità nei rapporti. La dottoressa Shushma Malik, docente di scienze classiche all’Università di Cambridge, ha spiegato: “Gli storici che leggiamo e studiamo per cercare di capire la vita di Eliogabalo sono estremamente ostili nei suoi confronti e quindi non possono essere presi per buoni”. La dottoressa Malik ha aggiunto che, sebbene i romani fossero consapevoli della fluidità di genere e vi siano esempi di cambio di pronomi nella letteratura, “di solito veniva usata in riferimento al mito e alla religione, piuttosto che per descrivere persone viventi”.

Keith Hoskins, consigliere liberaldemocratico e membro esecutivo del North Herts Council, ha affermato che i testi classici forniscono la prova che " Eliogabalo preferiva sicuramente il pronome ‘lei’, si identificava come donna ed era esplicitə nell'uso dei pronomi". Il North Hertfordshire Museum ha dichiarato di aver consultato Stonewall (associazione per i diritti LGBTQ+) per far sì che “le esposizioni, la pubblicità e le conferenze siano il più possibile aggiornate e inclusive”.

Il fatto che Eliogabalo, al suo tempo, abbia espresso un’identità di genere diversa da quella maschile è riportato dalle testimonianze storiche giunte fino a noi, tra cui la più interessante è quella di Cassio Dione. Se egli avesse voluto diffamarlə, sarebbero bastate le altre decine di cose indecenti (per un romano) che faceva, tra cui sposare suore, essere bisessuale e passivə o imporre il culto di dèi orientali.

Detto questo, pur non sapendo con certezza se Eliogabalo fosse una delle prime donne trans, ignorare la sua incongruenza di genere significa considerare inaffidabili tutte le fonti sulla sua vita.

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​​​​​​​​​​Marta Aprile e Sara Aprile

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