top of page

Elon Musk e Neuralink



Elon Musk è ufficialmente diventato, da pochi mesi, il secondo uomo più ricco del mondo superando il rivale di una vita Bezos.

La giornata di Elon non può sicuramente dirsi noiosa dato che sulle sue spalle grava il peso di portare avanti importanti aziende come: Tesla, Space X, The Boring Company, Pay Pal, X (ex Twitter) e Neuralink.

Tra i progetti futuri di Musk vi è anche quello di “colonizzare” Marte; impresa che, se realizzata, finirebbe decisamente per sovvertire le sorti del nostro destino. Ciò sembra essere un passo importante per la storia dell'umanità, persino più rivoluzionario dell’introduzione di internet e dell'avvento dell’AI.

Una delle opere più importanti di Elon è la realizzazione del microchip Neuralink che, in campo medico, sembra identificarsi come qualcosa di così miracoloso da poter curare ogni tipo di patologia. Esso si ripromette di guarire alcune delle più gravi malattie degenerative come la sclerosi multipla amiotrofica (SLA) e il morbo di Parkinson; ma ovviamente riesce a dare un efficace supporto anche a chi è affetto da disabilità e limitazioni articolari.

Tuttavia ignorarne le conseguenze etiche ed i possibili effetti collaterali potrebbe risultare assai pericoloso; diversi sono, infatti, i rischi bio-etici che esso comporta.

Bisogna, però, fare una distinzione preliminare tra medicina dei bisogni e medicina dei desideri. Mentre la prima mira ad offrire una risoluzione ad un problema concreto; l’altra, invece, aspira a potenziare le naturali capacità dell’uomo, dotando le menti di pochi privilegiati di un “plus”.

Lo stesso Elon afferma ciò in un’intervista, dicendo: << i miei dipendenti sono teleguidati >>. Ulteriore conferma di tale dichiarazione sono i risultati di alcune statistiche che, mettendo a confronto l’operato degli impiegati di una normale azienda e quella dei dipendenti di Musk, riscontrano in quest’ultimi una maggiore produttività ed efficienza. Tutto ciò porta ad una terribile prospettiva futura considerando già l’enorme divario economico e sociale tra ricchi e poveri nel mondo.

Angelo Vescovi, inoltre mostra come, integrare l’utilizzo del chip all’intelligenza artificiale potrebbe portare al cosiddetto “effetto Orwell”: infatti, attraverso l’interpretazione dell’attività cerebrale, sarebbe possibile tracciare lo stato emotivo di un individuo riuscendo persino a prevedere pensieri e idee.

Infine ciò che risulta essere particolarmente preoccupante è il processo di inserimento del microchip stesso, attraverso un’operazione tanto invasiva quanto complessa. Questo induce i più scettici a temere che tale tecnologia possa essere utilizzata per scopi diversi e ben più oscuri, come il controllo delle nostri menti e delle nostre emozioni facilitato dallo stretto legame uomo-macchina che si verrebbe a creare.    

                       Gabriele Pitino e Angelo Vindigni

0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Lady Whistledown

Carissimi lettori, Se l’amore tra Daphne Bridgerton e il duca vi ha appassionato e quello tra Anthony Bridgerton e la lady Sharma vi ha...

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
bottom of page