Mamba Mentality
- Scicliceo
- 6 giorni fa
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Kobe Bryant è stato uno dei migliori giocatori di basket di tutti i tempi, ma anche e soprattutto uno dei più grandi hard-worker di sempre.
Potremmo definire la mamba mentality come la più alta forma di stacanovismo mai esistita, sulla quale il cestista americano ha fatto perno durante tutta la sua carriera.
Essa deriva dall'amore immenso di Kobe verso il gioco della pallacanestro e dall'ossessione della vittoria “ereditata” da Michael Jordan.
Dopo qualche anno dal suo approdo nella lega, a Kobe venne dato il soprannome di Black Mamba: un serpente velenoso, il più lungo del continente africano, con un morso letale. Venne chiamato così per le analogie cestistiche della stella dei Los Angeles Lakers. L’obiettivo di Kobe infatti era quello di “uccidere” gli avversari con il suo gioco e la sua mentalità. Da questo soprannome nasce la Mamba Mentality, la forma mentis dove il fallimento non è tollerato e la sconfitta non è un’opzione.
Passione, attenzione ai dettagli , resilienza e nessuna paura: questi sono i principi della mentalità di K.B., nonché quelli che stanno alla base di un pensiero vincente.
Interessante è la testimonianza del più grande storyteller italiano, Federico Buffa:
«In realtà in vita è stato tutto tranne che un santo: è stato un uomo coerente…Michael Jordan è la sua ispirazione, ma è difficile dare una spiegazione al fatto che lui voglia comportarsi come Jordan che da bambino è stato rifiutato dal padre e dal suo allenatore. Kobe non ha vissuto la conflittualità afroamericana, allevato in Italia in un clima privo di violenza. Eredita però l’atteggiamento di Michael Jordan e si comporta come lui, con un desiderio di annientamento dell’avversario al limite del parossistico. Egli ha un atteggiamento molto positivo. In realtà è però la storia di un dio greco. La visione è quella che avevano gli antichi Greci: quando nascevano questo tipo di soggetti completavano l’universo».
Marta Riccotti La Rocca
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