Nonostante vi sia un netta somiglianza tra il termine inglese milky sea (mare di latte) e il termine milky way (via lattea), il primo indica non la nostra galassia ma bensì un fenomeno manifestatosi esclusivamente sulla Terra. Tuttavia studiarlo e svelarne i misteri è stato possibile solo grazie alle immagini catturate dai satelliti Suomi NPP e NOAA-20. Esse, infatti, hanno permesso agli studiosi di scoprire che il milky sea non fosse altro che un evento di bioluminescenza dovuto all'emissione di luce da parte di organismi in grado di trasformare l'energia chimica in energia luminosa.
È interessante, inoltre, notare come il fenomeno, già noto ai navigatori e narrato in famosi romanzi, si manifesti principalmente in specifiche aree dell'Oceano Indiano nord-occidentale, come al largo del Corno d'Africa e in Indonesia. L’evento è stato registrato ben 250 volte nell’arco di quest' ultimo secolo.
Solo negli anni '80, però, una nave ha deciso di attraversare per la prima volta uno di questi milky sea nel Mar Arabico, raccogliendo campioni che hanno rivelato la presenza del batterio bioluminescente gram-negativo Vibrio harveyi.
Tuttavia, la causa principale di questi fenomeni è il dinoflagellato Noctiluca scintillans, che può assumere la caratteristica colorazione rossa o verde ed è presente in varie parti del mondo. Recenti studi condotti da scienziati del National Institute of Oceanography e del Kerala Fisheries Department hanno confermato la presenza di questo organismo nell'Oceano Indiano.
Nonostante le notevoli informazioni raccolte, sono ancora diversi i quesiti che gravitano intorno ai processi legati all’origine di tale fenomeno, che può prolungarsi anche per diverse notti prima di sparire.
Grazie al sensore estremamente sensibile "Day/Night Band" installato sui satelliti Suomi NPP e NOAA-20, progettato per rilevare anche deboli quantità di luce nell'oscurità, come quella prodotta da un incendio, è ora possibile acquisire immagini dei mari di latte anche dallo spazio. Questo sistema ha permesso agli scienziati di identificare e studiare 12 eventi simili accaduti tra il 2012 e il 2021. Osservare questi fenomeni è molto complicato, soprattutto se si considera la facilità con cui possono essere mascherati dalla debole luce lunare o dall'atmosfera che si riflette sulle nuvole. Inoltre, agli occhi dei marinai il bagliore di questo fenomeno appare bianco perché i bastoncelli deputati alla visione notturna non sono in grado di distinguere i colori notturni anche se, come dimostrato, la luce emessa dai batteri è blu.
Giulia Modica e Gioia Scifo
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