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Eutanasia: diritto o scorciatoia?

Scegliere di porre fine alla propria esistenza anticipatamente e consapevolmente, a causa di una malattia o di condizioni psichiche che hanno danneggiato la qualità e la dignità della propria vita, la quale è diventata intollerabile: questo è il significato profondo dell'eutanasia

A dare un nome a questa pratica, durante l'età classica, furono gli antichi greci, che coniarono l'espressione "eutanasia sociale".

Essa è definita come l'uccisione di un soggetto consenziente, in grado di esprimere la volontà di morire, o nella forma del suicidio assistito o nella forma dell'eutanasia.

Per quanto le due pratiche siano accomunate dalla volontarietà del soggetto, ci sono almeno due importanti differenze tra eutanasia e suicidio assistito: l'eutanasia non necessita della partecipazione attiva del soggetto che ne fa richiesta, mentre il suicidio assistito si, perché prevede che la persona malata assuma in modo indipendente il farmaco letale. L'eutanasia richiede un'azione diretta di un medico, che somministra un farmaco per via endovenosa, mentre il suicidio assistito prevede che il compito del sanitario si limiti alla preparazione del farmaco che poi il paziente assumerà per conto proprio.

L'eutanasia è un argomento molto discusso nella nostra società ed è propio per questo motivo che si tende a stilare i pro e i contro di questa pratica ad oggi eseguita solo in dieci stati e alcuni di essi sono Spagna, Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Canada, Colombia e Svizzera.

Alcune persone di questi dieci stati ritengono l'eutanasia una pratica giusta e libera essendo cittadini di un paese democratico. Inoltre, un'altra spiegazione data è che un individuo che non vive quella situazione non potrà mai capirla a pieno motivo per cui è inconcepibile pensare che debbano essere altre persone al di fuori del malato a scegliere della sua vita. Tante volte la scelta di porre fine alla propria vita è dovuta ad una condizione psicologica, poiché la malattia presume anche la fine della propria autonomia, ciò implica un grande appoggio della famiglia che deve anch'essa combattere con la malattia

Altri contrariamente reputano l'eutanasia una scelta del tutto sbagliata perché vista come suicidio, dato il fatto che il paziente molto malato non riesce ad essere consapevole di ciò che sta facendo.

Ma in Italia a che punto siamo?

Al momento l'eutanasia è illegale in Italia. Infatti questa costituisce reato. Al contrario, il suicidio medicalmente assistito, in determinati casi, e la sospensione delle cure - intesa come "eutanasia passiva" - costituisce un diritto inviolabile in base alla sentenza della Corte costituzionale.

L'Associazione Luca Coscioni, grazie soprattutto a Piergiorgio Welby, fin dalla sua fondazione si batte per ottenere una legge sulla legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio medialmente assistito in Italia con il fine di riconoscere la piena libertà di autodeterminazione alla persona malata.

In Italia 1'80,9% dei 25-34enni si esprime a favore dell'eutanasia, seguiti dal 75,7% dei 18-24enni, dal 75,5% dei 35-44enni, mentre tra gli over 64 la percentuale precipita al 55,3%.

Aurora Allbani, Sara Manenti e Sarah Vaccaro

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