Il 15 e il 16 novembre si è tenuto il primo summit dei venti Paesi più industrializzati al mondo dall’inizio della guerra in Ucraina, scoppiata il 24 febbraio (l’ultimo era infatti avvenuto a Roma il 30 e il 31 ottobre 2021); l’incontro ha avuto luogo a Nusa Dua, sull’incantevole isola di Bali, in Indonesia.
Oltre ai primi ministri di ogni Stato membro del G20, alla conferenza hanno partecipato anche i presidenti di alcuni altri Stati in qualità di ospiti, tra i quali spiccano i nomi di Zelensky per l’Ucraina (anche se presente da remoto), di Sánchez per la Spagna e di Mark Rutte per i Paesi Bassi. Tra gli assenti Jair Bolsonaro e Vladimir Putin (quest’ultimo sostituito dal ministro degli Esteri, Sergej Lavrov).
I temi toccati sono stati molteplici: la guerra, la potenziale e imminente recessione globale, la crisi energetica, la fame nel mondo in aumento a causa del conflitto russo-ucraino, il surriscaldamento globale e le tensioni suscitate nel Mar cinese meridionale.
Questo vertice è stato inoltre di fondamentale importanza poiché ha visto tenersi il primo incontro tra il presidente statunitense Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, i quali hanno discusso su una possibile “individuazione di aree di cooperazione”.
Riguardo alla guerra, il presidente indonesiano Joko Widodo ha rilasciato delle dichiarazioni al Financial Times qualche giorno prima dell’inizio del meeting, dichiarando che Giacarta non ha intenzione di essere una pedina della nuova guerra fredda che rischia di profilarsi tra USA e Cina e che il Paese del Sud-Est Asiatico svolgerà dunque un ruolo neutrale nei confronti di essa.
Anche il Premier italiano, unica donna presente al congresso, ha detto la sua. Queste le parole di Giorgia Meloni al termine del summit:
“Nessun continente può essere isolato dal resto del mondo e qui penso che l'attuale governo possa fare la differenza. Gli ultimi governi hanno sempre avuto un orizzonte corto o una maggioranza troppo variegata, e quando succede questo è molto difficile anche avere una visione. Abbiamo avuto molti governi abituati a rincorrere l'emergenza, io penso invece che questo governo debba avere l'ambizione di ragionare di strategia. Nella strategia italiana deve essere fondamentale il rapporto con l'Asia che nel prossimo decennio rappresenterà il 30% del Pil mondiale e il 60% del mercato. È importante dialogare con queste realtà e avere una presenza proattiva italiana, e anche europea”.
Dal comunicato finale del vertice emerge che i leader si sono riuniti a Bali in un momento di crisi multidimensionale senza precedenti e che la maggioranza dei membri del G20 condanna la guerra in Ucraina.
Giovanni Ballaera

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