Dall’inizio delle operazioni belliche russe in Ucraina, diversi Paesi (esattamente 37) hanno collaborato emanando sanzioni nei confronti del governo di Mosca, come ad esempio il blocco delle transazioni con le banche.
Oltre ciò, la gran parte dei Paesi europei ha adottato una serie di comportamenti finalizzati all’indipendenza energetica dal Cremlino (come l’embargo sulle importazioni di petrolio, carbone e gas naturale), sia per indebolire economicamente Putin, sia per costruire una sostenibilità energetica puramente europea.
Tra i paesi dell’Unione Europea, l’Italia e la Germania sono tra quelli maggiormente dipendenti dal gas russo. Pertanto, il Governo Draghi è al lavoro e sta valutando diverse ipotesi per poter raggiungere il prima possibile una determinata autonomia energetica. Su suolo italiano, infatti, sono presenti vari giacimenti di gas naturale (il più importante di questi si trova sulle coste di Rimini, sul Mar Adriatico), i quali potrebbero assumere un ruolo utile, se non essenziale, nel processo di indipendenza energetica. Nonostante ciò l’estrazione di questo gas non risulta possibile a causa del piano “No Trivelle”, varato dal Governo Conte e approvato successivamente dal Governo Draghi.
Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, afferma che è “ragionevole dire che possiamo abbandonare completamente la dipendenza dal gas russo”, approvando il decreto contro il caro-energia e annunciando una produzione nazionale di gas fino a 2,2 miliardi in più.
Ciò non è però sufficiente visto che il fabbisogno annuo di gas del nostro Paese è compreso tra i 75 e gli 80 miliardi di metri cubi di gas, motivo che ha spinto lo scorso 10 aprile il nostro Presidente del Consiglio a volare personalmente ad Algeri, insieme al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, e al Ministro della Transizione Ecologica, per firmare un nuovo accordo con il presidente algerino, che scadrà nel 2024. Il Premier ha spiegato che l’Italia è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas russo e come previsto dall’accordo, l'Italia riceverà 9 miliardi di metri cubi di gas algerino in più all'anno.
L’Italia sta trattando per nuovi approvvigionamenti sono altre sette nazioni: Angola, Azerbaijan, Congo, Egitto, Libia, Mozambico e Qatar.
La trattativa con Il Cairo è già in fase avanzata e, se essa dovesse concretizzarsi, insieme al gas algerino quello egiziano soddisferebbe, già dall’inverno 2022/23, circa la metà del fabbisogno garantito dalla Russia fino ad oggi.

Giovanni Ballaera
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