A Nairobi, la principale città del Kenya, si manifesta una preoccupante tendenza che ha portato molti abitanti a definire alcuni giovani degli "zombie". Questa denominazione non è inventata, ma è associata al comportamento di chi fa un uso eccessivo della pericolosa droga nota come "kuber". È una sostanza accessibile e poco costosa che contiene sostanze stimolanti e potenti allucinogeni in grado di modificare completamente la percezione della realtà.
Il "kuber" è disponibile in forma di pastiglie o polveri che, quando consumate, inducono uno stato di apatia e distacco dalla realtà. Le conseguenze comprendono movimenti rallentati, sguardo vuoto e l'assenza di reazione agli stimoli esterni, motivo per cui vengono chiamati "zombie". A volte, i consumatori restano per lunghe ore in uno stato catatonico, fermi per strada simili a statue viventi.
Questa situazione è molto comune tra i giovani residenti a Nairobi, la maggior parte dei quali non ha un lavoro e vive in condizioni di estrema povertà. L'uso di droghe viene impiegato come mezzo di fuga dalla realtà, ma le conseguenze durature sono distruttive: dipendenza, disturbi mentali e rovina della vita. Sfortunatamente, la domanda in aumento di assistenza supera le capacità dei servizi sanitari della città, lasciando i consumatori senza il supporto necessario.
La situazione peggiora a causa della mancanza di controlli e del fatto che il "kuber" viene commercializzato illegalmente a prezzi molto bassi, anche tra i giovani. Nonostante gli sforzi delle autorità nel contrastare il traffico, la mancanza di risorse e la diffusa corruzione rendono complicato debellare questa piaga sociale.
I non-morti di Nairobi sono un simbolo triste dei problemi che la città deve affrontare. Se le istituzioni non agiscono in modo concreto e non supportano maggiormente la popolazione vulnerabile, i giovani rischiano di trovarsi intrappolati in una spirale di dipendenza e disperazione per il loro futuro.
Giada Nigro
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