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I cerchi delle fate

Nascosti nei luoghi più remoti e incantevoli del mondo, i cerchi delle fate sono uno degli enigmi più affascinanti della natura. Finora erano stati osservati solo in Namibia e in Australia: recentemente, però, uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha evidenziato la loro presenza anche in molte altre zone del mondo: dal Sahara occidentale al Corno d'Africa, dal

Madagascar al sudest asiatico.

Si tratta di zone circolari di diametro variabile tra i 2 e 20 metri, apparentemente sterili, o comunque sprovviste di vegetazione, circondate da ciuffi di erba alta.

Secondo le leggende popolari, diffuse soprattutto tra gli Himba, (popolo nomade del Kaokoland in Namibia) si crede che tale fenomeno sia opera divina. Essi, infatti, rappresenterebbero le impronte del Dio Mukuru che porta la pioggia e guarisce i malati. Un'altra leggenda sostiene, invece, che la causa sia proprio un drago, che vivendo nel sottosuolo, uccide le piante con il suo respiro

velenoso.

Diversamente, gli studiosi ritengono come possibili cause due fenomeni: la presenza delle termiti della sabbia e la probabile capacita di autoregolazione delle piante autoctone.

La prima ipotesi sostiene che i cerchi siano opera delle termiti le quali nutrendosi delle radici che crescono dopo le piogge creano nel sottosuolo le condizioni di umidità adatte per la loro sopravvivenza. A sostegno di questa tesi si è osservato che nell'80% dei casi in Namibia è presente un numero elevato di tali insetti. Purtroppo, però, questa ipotesi non è esaustiva in quanto non applicabile ai cerchi australiani al di sotto dei quali non è stata registrata la presenza di alcun insetto. Di conseguenza la supposizione più accreditata è che questo tipo di disposizione permetta alle piante di ottimizzare la poca acqua disponibile, spiegando anche così la loro diffusione solo in zone aride o addirittura desertiche.

Ma perché è così importante studiare l'origine e la distribuzione di tale fenomeno? "Analizzare i loro effetti sul funzionamento degli ecosistemi e scoprire i fattori ambientali che determinano la loro distribuzione è essenziale per comprendere meglio le cause della formazione di questi pattern di vegetazione e la loro importanza ecologica", spiega Emilio Guirado, ricercatore presso l'Università di Alicante (Spagna).

Ovviamente anche una buona dose di curiosita e determinazione è ciò che spinge qli studiosi a svelare questo affascinante enigma, il quale potrebbe fornirci informazioni utili riguardo alla salute degli ecosistemi in cui si verifica, e alutarci a comprendere se la vegetazione inclusa nel cerchi risulti essere più resistente ai cambiamenti climatici come l'aumento delle temperature globali

Giulia Modica e Gioia Scifo

 
 

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