Secondo il nuovo rapporto dell’ONU, la popolazione mondiale continua a crescere, anche se a piccoli passi e a un ritmo più lento di quanto stimato in precedenza, probabilmente a causa della pandemia e delle conseguenze (specialmente economiche e sociali) da essa apportate: infatti se il nostro pianeta contava una popolazione di circa 2 miliardi nel 1927 e di circa 6 miliardi durante la fine del secolo precedente, oggi annovera più di 8 miliardi di persone. Precisamente, secondo quanto riportato dal contatore del sito “Neodemos”, la popolazione mondiale ha toccato e superato gli 8 miliardi di persone mercoledì 19 gennaio alle ore 15:00.
Alcune stime proposte dagli esperti ONU prevedono che nel 2050 la popolazione mondiale sarà pari a 9,8 miliardi di persone e nel 2100 pari a 11,2 miliardi.
Nonostante quanto appena sopracitato, il “World Population Prospects 2019 – Highlights” conferma che la popolazione mondiale sta mediamente invecchiando: nel 2018, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero degli over 65 ha superato il numero degli under 5. Questo fenomeno è dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche al calo dei tassi di fertilità.
Alcuni Paesi non seguono il trend che sta caratterizzando appunto quasi l’intero globo. Stiamo parlando soprattutto di Paesi quali Italia, Hong Kong, Spagna, Portogallo, Porto Rico, Grecia, Giappone e Corea del Sud. L’intera Europa è comunque orientata a seguire questa direzione nei prossimi anni, a eccezione di poche nazioni, come la Francia.
In Italia, nel 2021 sono state registrate circa 385.000 nascite, segnando una diminuzione rispetto al 2020, anno in cui sono stati registrati 404.892 nuovi nati.
La popolazione italiana già da due anni ha sfondato al ribasso la soglia dei 60 milioni, e ora si dirige velocemente verso i 59 milioni, se i numeri mantengono questo andamento. Secondo “The Lancet” nel 2100 l’India, la Nigeria e la Cina saranno i Paesi con il maggiore numero di abitanti, mentre l’Italia avrà una popolazione di circa 30 milioni di persone.
Ma quali saranno le conseguenze del calo demografico?
<<Il sistema politico e quello economico devono muoversi per tempo, altrimenti la prospettiva per l’Italia non è solo l’invecchiamento generale della popolazione, ma anche un serio rischio per l’economia>>. Sono queste le parole di Blangiardo, presidente dell’Istat.
L’Istat stima che entro il 2050 la quota di popolazione in età da lavoro scenderà al 52,3%, condizione che non sarà in grado di reggere le casse dello Stato. In effetti il problema non è rappresentato tanto dall’essere di più o di meno, quanto dagli squilibri strutturali che si genereranno. Per di più, il PIL subirà una riduzione senza eguali: è previsto un calo del PIL pari al -18.6% entro il 2040.
Dunque, l’unico aspetto positivo potrebbe delinearsi solo se l’intera popolazione globale subisse un netto calo, visto che la Terra, secondo recenti studi, è in grado di sostenere solo 3 miliardi di persone e visto che il sovrappopolamento provoca un maggiore sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo.
Tuttavia, come abbiamo già visto, questo non accadrà mai.

Giovanni Ballaera
Commentaires