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IL FUTURO, LA NOSTRA PRIORITÀ

Ai giorni nostri sentiamo spesso parlare di #ClimateStrike, ma sappiamo in cosa consiste?

Partiamo dalle origini...nell’agosto 2018 Greta Thunberg, una ragazza come noi, decide di dare inizio ad una piccola protesta pacifica che ben presto ha dato vita ad un movimento internazionale e spontaneo rivolto principalmente alle nuove generazioni.

Climate Strike significa letteralmente sciopero per il clima, è da quì che nasce il Fridays for Future di cui oggi si sente tanto parlare.

Gli obiettivi che mobilitano le persone di tutto il mondo ad aderire a questo movimento e a manifestare sono due: in primo luogo l’azzeramento delle emissioni da combustibili fossili che, detto con parole più semplici, vuol dire diminuire la quantità di anidride carbonica che si produce, in secondo luogo una maggiore attenzione verso i cambiamenti climatici.

Proprio il 9 Ottobre noi studenti ci siamo riuniti in piazza per far sentire la nostra voce, in quanto l’emergenza climatica non può più aspettare.

A ricordarci del poco tempo rimasto al pianeta è il Climate Clock di Manhattan, nel quale vi è il conto alla rovescia che indica il tempo rimanente prima che gli effetti dei cambiamenti climatici portino l’ecosistema al collasso. Mancano solo sette anni prima che le conseguenze dei nostri errori diventino irreversibili. Se tutti noi ci impegnassimo a prendere più a cuore la salute del nostro pianeta del quale siamo ospiti, potremmo ristabilire l’equilibrio tra uomo e natura. Prima di tutto per poter fare passi avanti, bisognerebbe cambiare alcune comuni abitudini. Per esempio si dovrebbe ridurre al minimo il consumo di plastica, limitare gli spostamenti che portano all’eccessiva emissione di gas inquinanti ed evitare di danneggiare ulteriormente la natura con inutili deforestazioni. Servirebbero invece più azioni concrete quali: il riciclaggio dei rifiuti, l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, l’incentivazione di un turismo responsabile. Inoltre potremmo aiutare la natura a riprendersi ciò che le è stato tolto, aumentando, ad esempio, le aree verdi delle città e piantando più alberi, i veri polmoni del nostro pianeta. Per riuscire a realizzare tutto questo non dobbiamo dimenticare che “siamo la causa del declino ma potremmo anche essere la soluzione”.

Paola Gentile, Giorgia Aprile






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