IL GIORNO DEL RICORDO
- Scicliceo
- 9 mag
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Il Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, è una giornata istituita dalla Repubblica Italiana per commemorare le vittime delle foibe e l'esodo degli abitanti da territori allora appartenenti al Regno d’Italia, cioè Istria, Dalmazia e la città di Fiume. Questa ricorrenza ha lo scopo di mantenere viva la memoria di una tragedia che colpì migliaia di italiani durante la fine della Seconda guerra mondiale e negli anni successivi.
Le foibe sono cavità carsiche tipiche del territorio d’Istria e Dalmazia, utilizzate dai partigiani jugoslavi comunisti di Tito per eliminare gli oppositori politici e le persone considerate legate al regime fascista; ma anche numerosi civili innocenti ricevettero la stessa sofferenza. Migliaia di italiani furono uccisi in questi massacri, soprattutto tra il 1943 e il 1945. Le esecuzioni furono caratterizzate da estrema violenza: molte vittime vennero gettate nelle foibe ancora vive, legate tra loro con il filo di ferro.
Oltre ai massacri, un'altra tragica conseguenza fu proprio l'esodo, che costrinse circa 350.000 italiani a lasciare le proprie terre natali per fuggire dalle persecuzioni e dalle difficili condizioni imposte dal nuovo regime jugoslavo. Intere comunità furono sradicate e costrette a rifugiarsi in Italia, spesso in condizioni di grande difficoltà. Molti esuli trovarono accoglienza in campi profughi e dovettero affrontare l'indifferenza e, in alcuni casi, l'ostilità di una parte della popolazione italiana.
Per molti anni, il dramma delle foibe e dell'esodo rimase un argomento poco discusso nella memoria storica nazionale, spesso oscurato da motivazioni politiche e dalla complessità del contesto internazionale del dopoguerra. Solo con l'istituzione del Giorno del Ricordo, nel 2004, si è cercato di dare il giusto spazio a questa pagina di storia, favorendo una maggiore consapevolezza e un dibattito più ampio sulla questione.
Oggi, il 10 febbraio, in tutta Italia si organizzano cerimonie ufficiali, conferenze, incontri e iniziative scolastiche per commemorare le vittime e sensibilizzare le nuove generazioni su questi eventi. Il Presidente della Repubblica e le autorità istituzionali partecipano a eventi ufficiali, mentre in molte città vengono deposte corone di fiori nei luoghi della memoria.
Ricordare questi avvenimenti non significa riaprire ferite, ma riconoscere il dolore di chi ha sofferto e promuovere una riflessione equilibrata e razionale. Questo processo di memoria condivisa è essenziale per costruire un'Europa basata sul rispetto reciproco e sulla conoscenza delle vicende che hanno segnato il Novecento.
Enrico Dimartino
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