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L’attuale situazione della Rai


Ultimamente siamo arrivati a conoscenza del malcontento di molti giornalisti della Rai.

Tutto è iniziato il 10 Aprile quando l’Usigrai, il principale sindacato della Rai, ha pubblicato un comunicato, dicendo testualmente: “La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.

Ciò a cui fanno riferimento è la nuova par condicio, ovvero le regole con le quali i politici, in vista delle elezioni degli eurodeputati, possono occupare il tempo nei programmi della Rai.

Subito dopo è arrivata la risposta della Radiotelevisione Italiana in cui viene essenzialmente smentito tutto, sostenendo che, anzi, la pluralità di opinioni e idee viene garantita ancora di più rispetto al passato. Dopo questo botta e risposta la situazione sembra essersi “placata”.

Il malcontento viene ripresentato e questa volta con uno sciopero indetto sia per questioni interne che per il caso Scurati, che viene citato nel comunicato: “In questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 Aprile, salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica. Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti”, invece per quanto riguarda i problemi che i giornalisti hanno con i loro superiori: “Domani i giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro per protestare contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato”.

I giornalisti vengono accusati dai vertici di aver detto fake news sull’azienda per motivazioni ideologiche e politiche.

Lo sciopero c’è stato e si è fatto sentire; anche se non tutti hanno aderito, in particolare il nuovo sindacato di destra Unirai, che ha voluto ribadire che ognuno è libero di aderire o no alla protesta e che ormai c’è una pluralità anche nei sindacati.

Nonostante alcuni giornalisti abbiano comunque lavorato, le tempistiche sono state ridotte notevolmente.

A dimostrazione di questo clima, in Italia è stata pubblicata la classifica della libertà di stampa nel mondo che l’ha fatta retrocedere di cinque posizioni rispetto all’anno scorso, arrivando al 46esimo posto.

La situazione che sta vivendo l’informazione pubblica in Italia è leggermente preoccupante se si continua in questa direzione, quindi l’importante è prestare sempre molta attenzione.

 

Iacono Gabriele e Magro Antonio

 
 

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