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L’infinito di Piero Guccione: 1935-2018

Scicli è in lutto per la perdita di Piero Guccione, assolutamente il più rappresentativo artista contemporaneo degli ultimi 50 anni.

Nato a Scicli nel 1935, assistente di Renato Guttuso dal 1966 al 1969, ha partecipato ad importanti esposizioni, nazionali e internazionali. Nel 1984 l'Hirshhorn Museum di Washington lo ha invitato alla mostra internazionale 'Drawings 1974-84'. Nel 1985 è stato invitato dal Metropolitan Museum of Art di New York (The Mezzanine Gallery), per un'antologica di grafica. Nel 1988 (dopo essere già stato invitato a diverse edizioni) la Biennale di Venezia gli ha dedicato un’intera sala per una esposizione personale. Questi sono solo alcuni dei riconoscimenti di un artista indiscusso e genuino, affermato negli ambienti culturali nazionali ed internazionali.

Il lavoro a lui più caro lo realizza nel 1970 insieme ai suoi amici, il cosiddetto “Gruppo di Scicli”; circolo formato da giovani artisti, che esternavano il loro guizzo artistico, lontano dal fragore dei centri della cultura ordinaria e del consumismo vorace della società liquida dei giorni nostri, immersi invece nei luoghi naturali e selvaggi della periferia di Scicli, pronti a coglierne ogni sua essenza.

Guccione attinge la sua arte proprio da questo suo isolamento volontario nella sua amata Sampieri, creando paesaggi, come il suo adorato mare, “infinito”, visione sublime di pace interiore, di estremo equilibrio e di silenzio assoluto. Il suo luminoso mare, che lo ha reso celebre in tutto il mondo.

Piero, il Maestro riconosciuto e indiscusso, il maestro di tutti, sempre pronto a ad accogliere, dimostrando la propria grande umanità e genuinità attraverso i suoi colori, le sue pennellate e le sue sfumature del colore azzurro: simbolo assoluto di comunicazione, emblema della lealtà, dell'idealismo e di evasione.

In una recente intervista del 2015 un giornalista ha chiesto all’artista come definirebbe l’orizzonte: ‘’L’orizzonte è quel luogo dove volge lo sguardo, è un luogo infinito, è un bisogno. Come una sottile linea impercettibile, intesa come equilibrio tra corpo e mente, una capacità spontanea di soddisfare i propri bisogni attraverso una miriade di sfumature variegate, che vincolano come un valore assoluto i luoghi alla sua arte.’’

Una persona semplice, silenziosa, attenta, schiva e molto umile; un uomo premuroso verso il prossimo, fortemente impegnato nel sociale verso la sua Scicli.

Piero vivrà sempre nella sua arte, con il ricordo del suo sguardo fiero immerso nel suo mare all’ombra di un carrubo della campagna rurale di Sampieri.

Che la sua morte possa essere un incoraggiamento a non disperdere questa eredità unica di valori e sensibilità. Sarebbe davvero una grande sfida da raccogliere per le generazioni future, magari istituendo una giornata dell’arte a lui dedicata, partendo proprio da qui, da quel piccolo centro di periferia che tanto caro gli fu.

Antonio Inclimona

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