top of page

l'Italia sarà ricca, tranne la Sicilia



Il 23 gennaio 2024, il Senato italiano ha approvato il disegno di legge riguardante l'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, segnando un'importante evoluzione nel rapporto tra lo Stato centrale e le regioni. Questa legge introduce significative modifiche nella modalità in cui vengono distribuite le competenze tra lo Stato e le regioni. Conferendo a queste ultime maggiore autonomia decisionale in settori chiave come la sanità pubblica e l'istruzione, precedentemente gestiti centralmente.

Inoltre, un aspetto rilevante della legge è la possibilità per le regioni di trattenere una quota del gettito fiscale raccolto nel proprio territorio, con l'obiettivo di investire localmente.

Tuttavia, l'implementazione di tale autonomia finanziaria solleva preoccupazioni per l'accentuazione delle disparità economiche tra il Nord e il Sud Italia. Ad esempio, nel 2021 il PIL pro capite nel Veneto ammontava a 33.834€, mentre in Sicilia era solo di 18.300€, evidenziando un grande divario economico tra le due regioni. Questa situazione sottolinea la necessità di affrontare le disuguaglianze territoriali e di evitare che le politiche di autonomia differenziata facciano sì che le regioni meridionali vadano incontro ad un processo di importante regresso.

D'altro canto i settentrionali si mostrano favorevoli a questa proposta; con la speranza che i loro contributi fiscali vengano utilizzati per migliorare i servizi della propria regione anziché finanziare lo sviluppo di aree considerate meno efficienti nell'amministrazione delle risorse. È essenziale però garantire un utilizzo equo ed efficiente delle risorse finanziarie per promuovere uno sviluppo armonioso e sostenibile su tutto il territorio nazionale.

Coloro che sostengono ciò argomentano la propria tesi ribadendo che trattenere gran parte del gettito fiscale porterebbe automaticamente a una maggiore efficienza nella fornitura dei servizi ai cittadini.

Alberto Cirio, presidente del Piemonte, ha sottolineato su La Stampa che l'autonomia avvicinerebbe "i centri di spesa"; affermando che un legame più stretto tra consumatori e beneficiari condurrebbe a una spesa più efficace e con minori sprechi.

D’altra parte vi è il timore che questo comporterebbe una sottrazione di risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche cruciali, come: i trasporti, l'energia, la sanità e l'istruzione. Servizi che dovrebbero essere gestiti in modo unitario e su scala nazionale per garantire il corretto funzionamento del Paese.

In conclusione, l'approvazione del disegno di legge sull'autonomia differenziata rappresenta un significativo passo avanti verso una maggiore decentralizzazione del potere decisionale e quindi a una maggiore efficienza burocratica. Di fondamentale importanza è, però, considerare le ripercussioni socio-economiche e assicurarsi che le politiche adottate contribuiscano all’equo e inclusivo progresso di tutte le regioni italiane.


                                                         Pietro Savà


0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Lady Whistledown

Carissimi lettori, Se l’amore tra Daphne Bridgerton e il duca vi ha appassionato e quello tra Anthony Bridgerton e la lady Sharma vi ha...

La storia era già scritta

Uno dei fatti di cronaca di cui si è sentito parlare maggiormente, in questi giorni, è la morte di Aleksej Naval'nyj, l’oppositore più...

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
bottom of page