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L’ITALIA TRA LA CRISI PANDEMICA E GLI AIUTI EUROPEI.

Durante quest’anno di pandemia le riserve di liquidità degli italiani sono aumentate di 66 miliardi. La crescita dei depositi in banca, oltre ad essere un serio problema per l’economia perché altro non è che una mole di denaro ferma senza essere investita in alcuna attività, rappresenta un vero e proprio ordigno sociale che riflette la situazione in cui ci troviamo. Sulle decisioni economiche delle famiglie hanno inciso due fattori. Il primo è legato ai consumi: la pandemia ha indotto a viaggiare e comprare di meno e ciò si è tradotto in una diminuzione delle spese e in un aumento dei depositi nei conti correnti. Del secondo aveva già lanciato l’allarme il governatore di Bankitalia Antonio Visco: nei periodi di incertezza la paura del futuro aumenta la propensione al risparmio. In generale i consumi ridotti all’osso hanno prodotto effetti negativi soprattutto tra le imprese che, bisognose di liquidità, hanno deciso di posticipare quanti più investimenti possibile, portando i risparmi delle aziende italiane a quota 74 miliardi.

Complessivamente crollo dei consumi, interi comparti lavorativi chiusi o ridotti al minimo, e limitati sostegni economici hanno provocato un peggioramento delle stime di crescita economica per il 2021 previste dal governo Conte, che prevedeva un Pil a +6%. Secondo Bankitalia invece quest'anno il Pil crescerà del 3,5% e le stime della Commissione europea, prevedendo un Pil italiano tra il 3,5% e il 4%, sembrano darle ragione. L'inasprimento della crisi a causa delle chiusure ha avuto un impatto negativo anche su entrate e uscite dello Stato, ovvero sui conti pubblici. Anche se nel 2020 il deficit pubblico è stato sotto le aspettative, le prospettive per il 2021 sono peggiorate. Il governo Conte nella sua legge di bilancio per l’anno in corso prevedeva un deficit di 123 miliardi e in seguito, a gennaio, aveva ottenuto l’autorizzazione dal Parlamento per un ulteriore indebitamento di 32 miliardi da usare per un nuovo decreto sostegni, poi realizzato dal nuovo governo Draghi. Il premier Draghi ha poi annunciato di richiedere al Parlamento altri 40 miliardi per un decreto sostegni bis, portando il deficit ad almeno 195 miliardi. Fortunatamente anche quest’anno il fabbisogno di risorse dell’Italia sarà garantito in buona parte dalle istituzioni Ue, in primis dalla Banca centrale europea, grazie ad una misura di politica monetaria lanciata nel marzo 2020 per contrastare i gravi problemi economici degli Stati membri generati dall'epidemia: il Pepp (Pandemic Emergency Purchase Program), un piano d’acquisto di titoli di Stato emessi dagli Stati europei per un totale di 1850 miliardi. Ritornando all’Italia, la Bce per il 2021 dovrebbe acquistare circa 200 miliardi di titoli di Stato italiani, di cui 70 miliardi saranno destinati al rinnovo di titoli in scadenza e 160 miliardi per acquisti di nuovi titoli finalizzati a finanziare il deficit aggiuntivo. Da Bruxelles dovrebbero arrivare anche le ultime erogazioni del programma Sure, lanciato lo scorso anno dalla Commissione Ue con l’obiettivo di finanziare, mediante concessione di prestiti a tassi vantaggiosi, le misure varate dagli Stati Ue per proteggere i lavoratori colpiti dalla crisi. Per finanziare tali prestiti la Commissione ha avviato la vendita sui mercati finanziari di obbligazioni di sua emissione allo scopo di reperire immediatamente risorse da investire con condizioni più vantaggiose dei prestiti bancari ed è riuscita a mettere a disposizione degli Stati membri un tesoretto da 100 miliardi a costo pressoché nullo per il bilancio della Comunità Europea. Il nostro Paese, con 27 miliardi e mezzo assegnati, è risultato il primo beneficiario del programma. Quindi, nonostante l'aumento del nostro debito che dovrebbe portare ad un aumento del suo costo, grazie agli aiuti europei – e in particolare alla politica monetaria adottata dalla Bce – avremo un minor costo del debito grazie ai tassi d’interesse ridotti a zero, a volte negativi, che caratterizzano i titoli di Stato italiani che la Banca centrale europea compra.

Davide Musumeci



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