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La scienza e lo spazio sono per tutti

Avete mai preso in considerazione la possibilità che un astronauta sia una persona diversamente abile? Potrebbe sembrare un’idea irrealizzabile, eppure vi dico che non è così. Pertanto, se fino al 1976, anno della prima vera edizione delle Paralimpiadi, l’idea di vedere gareggiare persone con disabilità appariva lontana, oggi finalmente, dopo molti anni di progresso, si aggiunge un nuovo tassello all’inclusività. Si tratta di “AstroAccess”, un progetto dedicato all’esplorazione spaziale dei disabili, in cui vengono lanciati scienziati, veterani, studenti, atleti e artisti in voli parabolici con la Zero Gravity Corporation.

L’agenzia spaziale europea (ESA) ha effettuato vari test e voli preliminari con un equipaggio di persone affette da handicap, in modo tale da trasformare i limiti di questi ultimi in punti di forza.

Dwayne Fernandes, amputato alle gambe all’età di 11 anni, ha preso parte a questa iniziativa, raccontando la sua esperienza ad un blog ed evidenziando come le gambe siano “d’intralcio” nello spazio: esse sono solo un peso aggiuntivo che aumenta i costi di lancio. La tecnologia ha reso possibile tale programma tramite l’utilizzo di guide tattili montate a parete per i non vedenti e segnali visivi basati sulla luce per l’equipaggio con problemi di udito. Inoltre, cinture di ancoraggio sono state sperimentate per i soggetti con disabilità agli arti inferiori, per permettere di rimanere in una posizione ottimale durante il volo. A questo punto, i parastronauti si sono sentiti a loro agio? Effettivamente non è stato riscontrato nessun tipo di problema, anzi, l’equipaggio ha agito in maniera autonoma.

Inoltre, il primo lancio della storia dell'ESA nello spazio con a bordo un uomo diversamente abile, è avvenuto il 23 Novembre 2022, data che ha visto protagonista il britannico John McFall, la cui più celebre riflessione circa l’importanza di coltivare anche il più improbabile dei propri sogni è: “Spero di poter essere di ispirazione per dimostrare che la scienza e lo spazio sono per tutti”.

Paola Piccione


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