La tragedia di Antonella Sicomoro
- Scicliceo
- 13 feb 2021
- Tempo di lettura: 2 min
In questi giorni siamo stati scossi da una notizia terribile: la morte di Antonella Sicomoro. Chi era Antonella? Come è morta? E soprattutto, perché deve interessarci la sua morte? Antonella Sicomoro era una bambina di 10 anni di Palermo, morta per asfissia lo scorso 21 gennaio. Il padre la descrive come una bambina buona, serena, dolce, appassionata ai social, con il sogno di diventare estetista. Il 20 gennaio scorso, la piccola, dopo cena, ha chiesto al padre una cintura, il quale, ignaro di quello che sarebbe accaduto subito dopo, gliel’ha data. La bambina si è diretta in bagno per una doccia, ma perdendo troppo tempo ha destato la preoccupazione dei genitori che, aprendo la porta del bagno, l’hanno trovata a terra, priva di sensi e con la cintura intorno al collo. Invano il suo trasporto in codice rosso in ospedale, dove la piccola è deceduta il giorno dopo. I suoi organi sono stati espiantati e donati per il trapianto, i genitori hanno deciso di fare questo gesto perché così Antonella continuerà a vivere in altri bambini. La piccola ha cercato di sfidare la morte con una cintura stretta al collo per partecipare ad una challenge che da mesi spopola tra i giovanissimi sul social TikTok: la "Blackout challenge" una vera e propria sfida alla morte, dove ragazzi appena maggiorenni o nella prima età adolescenziale cercano di superare i limiti del corpo umano sfidando, in qualche modo, la morte. La verità su quel che è successo mercoledì sera è tutta scritta nel telefono della piccola Antonella. Ma, gli ultimi istanti di vita della bambina, restano un mistero perché imprigionati da una password necessaria ad accedere al suo cellulare. Per questo motivo i magistrati si sono affidati a dei tecnici informatici che sono riusciti a sbloccare il cellulare ma,dai primissimi accertamenti, il terribile video sugli ultimi istanti prima della morte non c'è. Le verifiche informatiche sono solo all’inizio e servirà del tempo per controllare anche la cronologia dei siti visitati dalla bambina, che potrebbe essere incappata volontariamente o no in questo genere di gare. L'Authority è intervenuta sul caso della bambina, bloccando l'uso dei dati "degli utenti per i quali non sia stata accertata l'età", lo stop durerà fino al 15 febbraio. Il Garante già a dicembre aveva contestato a TikTok una serie di violazioni, come la scarsa attenzione alla tutela dei minori di 13 anni. TikTok ha delle regole che però sono facilmente aggirabili: è infatti semplice dare una falsa età per iscriversi. Esso, da parte sua, ha detto di non avere riscontrato evidenze che possano aver incoraggiato l’atto, anche perché in caso di contenuti violenti li elimina automaticamente. Siamo tutti pronti a puntare il dito: è colpa di TikTok o dei genitori troppo impegnati che lasciano i figli attaccati agli smartphone o ancora della società distratta che non si accorge dello strapotere dei social network? Ma se invece di cercare colpevoli o capri espiatori, ci concentrassimo per prevenire, per evitare, per risolvere definitivamente queste situazioni? Questo tragico avvenimento non solo deve indurci ad un’analisi molto delicata ma anche a prestare una maggiore attenzione ai minori sui social. E inoltre, prima di gridare al colpevole per il quale o prima di dire la nostra, riflettiamo e chiediamoci se non siamo tutti un po’ colpevoli.

Sofia Di Rosa
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