In occasione della Giornata della Memoria, celebrata il 27 Gennaio, vorremmo parlare di qualcosa di strettamente connesso ad essa, di cui però negli anni si è parlato poco ovvero: le foibe. Quest’ultime sono delle cavità naturali presenti principalmente nelle regioni carsiche dell'Italia nord-orientale e della ex Jugoslavia. Tuttavia, il termine "foibe" è diventato tristemente famoso per indicare anche delle vere e proprie fosse comuni in cui furono gettati i corpi di migliaia di italiani e sloveni durante e dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto nel periodo del cosiddetto "esodo istriano". Questi eventi sono associati a episodi di violenza e persecuzione da parte di partigiani comunisti e milizie jugoslave contro la popolazione italiana e slovena. Le foibe rappresentano quindi un capitolo oscuro della storia del XX secolo nell'area dell'ex Jugoslavia e dell'Italia. La domanda nasce spontanea: Perché? Quale fu la causa di 10.000 vittime innocenti? I colpevoli sono i partigiani, gli jugoslavi e la OZNA,ovvero il dipartimento jugoslavo per la protezione del popolo che avevano come obbiettivo quello di eliminare gli oppositori politici o cittadini che facevamo resistenza al Partito Comunista di Jugoslavia di Tito. Tito era uno pseudonimo per l’uomo politico e militare jugoslavo Josip Broz che guidò la lotta di liberazione dai nazisti e fascisti croati e italiani e che per concludere voleva instaurare un governo socialista. Ma come si svolse questo massacro? In queste cavità venivano occultati i cadaveri degli oppositori (come detto prima) che venivano legati l’un l’altro con un fil di ferro e fatti saltare giù, e solo una persona è sopravvissuta (o almeno solo di lui si ha testimonianza), ovvero Graziano Udovisi, che narrò la sua storia nel suo libro “Sopravvissuto alle foibe” e in molte interviste.
Beatrice Iurato e Salvina Conti
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