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…Lettera su Dio…

Dopo un primo tentativo avvenuto circa 6 anni fa su eBay, la misteriosa “Lettera su Dio” del padre della relatività è stata venduta dalla casa d’aste più grande al mondo, Christie’s, per ben 2.892.500 dollari, superando le iniziali aspettative di solo 1,5 milioni di dollari. “Le mie scuse a Dio”, dichiara John Haze, che ha condotto la vendita nei saloni della Christie’s; chi non sembra atteggiarsi allo stesso modo è invece l’autore della lettera, che nel 1954 spiegò chiaramente le sue posizioni religiose in una pagina e mezza di dure riflessioni su Dio, la Bibbia e il Giudaismo.

Le sue delucidazioni sarebbero dovute servire a focalizzare al meglio l’argomento e a rispondere all’opera inviatagli dal filosofo tedesco Eric Gutkind, che nel libro Choose Life: The Biblical Call to Revolt reinterpretava la dottrina ebraica, in particolar modo quella giudaica, cercando di trovarvi qualcosa di più concreto. Ma questa rielaborazione non sfiorò per niente Einstein, che rimase fermo sulle sue idee, affermando che “la parola Dio per me non significa altro che l’espressione, il prodotto della debolezza umana, la Bibbia una collezione di venerabili ma ancora piuttosto primitive leggende” e, ancora, che la religione ebraica fosse “come le altre un’incarnazione delle superstizioni più infantili”, aggiungendo che “il popolo ebraico, al quale appartengo e con la cui mentalità ho una profonda affinità, non ha qualità diverse per me rispetto a tutti gli altri popoli; (gli ebrei) non sono migliori.”

Con queste parole Einstein pare quasi disprezzare la sua comunità e mostrare inclinazioni all’ateismo, quando in realtà egli non è per niente ateo; al contrario, cerca di difendere forse le credenze con cui era cresciuto, di rievocarne la bellezza proprio sul piano dell’uguaglianza e non del privilegio, rifiutando un essere superiore che “va in giro scegliendo le sue squadre sportive o le sue persone preferite”, come scrive il biografo Walter Isaacson, cogliendo in pieno la sua incapacità di vedere qualcosa di scelto “su di loro”.

Tuttavia, gli aspetti descritti nella missiva hanno sollevato alcuni dubbi sull’autenticità della loro origine: molti, infatti, sostengono che concetti simili siano già stati espressi precedentemente da altri filosofi, tra cui Spinoza, che tratta del culto proprio come una forma di superstizione. Da qui è sorta una polemica collegata alla spesa, ritenuta eccessiva e non adeguata, poiché, se queste concezioni sono frutto anche di altri pensatori, possibile che, riprese da Einstein, destino maggior interesse morale ed economico? In ogni caso, è certo che non potranno bastare a risalire alla profonda verità del pensiero religioso dello scienziato.

Giulia Arrabito

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