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MAST FEST

“Mast”, il festival di musica e arti visive, nasce a Scicli nel 2019 con l’intento di voler creare un movimento, una contaminazione culturale e artistica, sensibilizzando l’intera comunità riguardo tematiche attuali e di notevole importanza.  M.A.S.T è un acronimo: sono le iniziali di musica, arte, sostenibilità e territorio.  Ogni anno, dal 2019, si propongono diverse edizioni per ognuna delle quali vengono presentate tematiche differenti, nate dall’esigenza di voler prendere contatto con ambienti poco qualificati, rivalutando in questo modo il territorio di Scicli e mostrando come certe realtà, se ben curate, possano diventare valide. La riqualifica del territorio, promossa dal festival, non si esaurisce nell’evento in sé, ma nella volontà di lasciare un’impronta costruttiva e benefici spendibili a lungo termine. Quest'anno, in occasione della quarta edizione, Mast si è proposto il tema “DESERTO”, riflettendo sulle forme attuali di desertificazione, di tipo ambientale, culturale e sociale.  Il festival pone a ognuno di noi degli interrogativi sul bisogno e sui modi di resistere alla desertificazione, usando come mezzo la musica, la filosofia e la politica per prenderne consapevolezza. Tra le numerose attività proposte, l’edizione 2024 ha presentato durante la prima settimana di agosto, ‘’Tra le Dune di questo Deserto’’, un podcast in sei atti che racconta un viaggio nel futuro desertico del Mediterraneo, riflettendo su temi quali immigrazione e riscaldamento climatico, accompagnato da un tour immersivo, rivisitato in chiave esplorativa ed artistica con un itinerario alla scoperta di Scicli. Questo tour è stato raccontato attraverso un progetto fotografico frutto della ricerca di due artisti della provincia di Ragusa: Melissa Carnemolla e Nanni Licitra.  L’indagine parte dai torrenti che scorrono su Scicli, tenendo conto della resilienza ecologica della natura e della vita cittadina che le ruotava attorno.  Il canale, lo spazio del torrente nel quale l’acqua non scorre più, diventa così oggetto di riflessione per gli artisti, i quali, dopo aver compiuto delle ricerche nelle fotografie storiche nell’archivio sciclitano, hanno restituito una rappresentazione inedita del luogo del torrente. Figure umane animano lo spazio del canale: gruppi numerosi di lavandaie, bambini che giocano, donne anziane e uomini che osservano lo scorrere dell’acqua: sono queste le figure protagoniste nell’installazione degli artisti, che con una tecnica di ingrandimento e rielaborazione, hanno ricostruito e ricollocato le figure nel luogo del torrente, come se ci parlassero, facendoci vedere chi siamo stati e cosa possiamo ancora essere. Per finire, il festival chiude la sua edizione attraverso tre serate di musica elettronica, dove diversi artisti si esibiscono in località suggestive a Scicli, riproponendo il tema del deserto in ambito musicale e in contesti ambientali riqualificati dal progetto, rendendo ogni località unica nel suo genere.

Manuela Blundetto



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