La maternità surrogata, o gestazione per altri “GPA”, è un processo in cui una donna, ovvero la "madre surrogata", porta avanti una gravidanza per conto di un'altra persona o coppia, futuri genitori legali del bambino. Nonostante possa essere una soluzione per diversi individui, come coppie infertili o dello stesso sesso, la maternità surrogata rimane un argomento che suscita grande dibattito in tutto il mondo. Dal punto di vista medico, può essere la soluzione per le coppie citate prima; tuttavia, non si tratta solo di un processo biologico: implica accordi legali, etici e spesso economici. Esistono due principali tipi di maternità surrogata: tradizionale, in cui la madre surrogata fornisce anche il proprio ovulo; gestazionale, in cui l'ovulo e lo spermatozoo appartengono ai genitori biologici o a donatori esterni. Il tema è controverso perché tocca valori profondi. Chi sostiene la maternità surrogata parla di un atto di altruismo e di un'opportunità per molte famiglie di realizzare il sogno di avere un figlio. D'altra parte, gli oppositori denunciano il rischio di sfruttamento delle donne, specialmente nei Paesi economicamente più fragili, e la possibile "mercificazione" del corpo femminile e della nascita. Inoltre la GPA per alcuni può “scardinare” il legame naturale tra madre e figlio.
Questa pratica è piuttosto comune ormai, ma è considerata illegale in alcuni paesi. L'Italia è uno di questi. Infatti, lunedì 18 novembre è stata approvata una legge che entrata in vigore il 3 dicembre 2024.
Tale legge stabilisce che la maternità surrogata è un reato universale e punibile, sia essa praticata in Italia o all'estero, con pene fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro. La notizia dell'approvazione della legge ha fatto il giro del mondo suscitando diverse opinioni, prevalentemente contrarie. Ad oggi sono 65 i Paesi nel mondo che consentono la maternità surrogata per legge, mentre 35 ne prevedono la forma solidale. Nell’Unione europea, solo Portogallo, Grecia, Paesi Bassi, Cipro e Irlanda la prevedono.
Guglielmo Savà
Comentarios