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Non è destino

Oscar Wilde ebbe a dire che “il mondo fu fatto per gli uomini, non per le donne”; spiegherebbe perché “il sesso femminile è un sesso decorativo. Non ha nulla da dire, ma dice quel nulla con garbo”.

 

Che ognuno pensi quel che crede più giusto! Ma ragazze e ragazzi di oggi ci esimiamo da questa libertà di pensiero. Siamo noi adesso a dover dire di no. Se ne prendiamo radicalmente consapevolezza, possiamo interrompere la catena di queste vite annullate. Possiamo far sì che la prevaricazione dell’uomo su qualsiasi persona si riconosca nel genere femminile (in alcuni casi identificarsi nel proprio nome risulta infatti essere improprio) non sia più un destino. “Vite annullate” potrebbe suonare piuttosto sensazionalistico e motivato dall’enorme sensibilizzazione mediatica sul caso di Giulia Cecchettin, o di quelle altre 284 vittime di odio, cioè violenza, ovvero destino; il fatto è che la vita si annichilisce anche per le donne superstiti; dovremmo documentarci di più e scoprire che oltre alle vittime decedute sulla carta, ce ne sono tante altre morte dentro le cui testimonianze vanno ascoltate affinché quel suddetto destino venga soffocato e seppellito come brutto ricordo.

 

Lella Palladino, sociologa femminista e attivista, ha fondato la Cooperativa sociale E.V. A. , che gestisce centri di recupero per ragazze in difficoltà, vittime del patriarcato che sono riuscite a salvarsi o a farsi salvare. Per Lella Paladino, infatti, non esiste alcun destino scritto, recandosi “nel posto giusto al momento giusto”, come scrive sul libro.

 

Fosse così semplice! Prima di recarsi presso chi ti dà una mano d’aiuto, c’è bisogno che tu capisca di aver bisogno d’aiuto. Spesso le vittime, per fenomeni quali il transfert, non riescono ad attribuire la colpa al loro carnefice perché gli attribuiscono anche sentimenti ambiguamente positivi. È il caso di quelle ragazze molestate dai padri o dai partner (che guarda caso ripetono i meccanismi di violenza del genitore). Si tratta di esseri meschini e vili che abbruttiscono, appesantendole, le vite di ragazze che potenzialmente potrebbero essere stupende: si tratta di orchi. Compito di Lella Paladino e della Cooperativa è riportare la bellezza nelle vite di queste vittime del “destino”.

 

In altri casi, nei centri di recupero si è notato come in alcune relazioni sia più difficile per la vittima riconoscere l’orco perché questi ha indossato la corona da principe sin dall’inizio; difficile poi anche estirparlo, come quelle piante infestanti che rovinano per sempre i giardini cui abbiamo dedicato tanta cura.

 

Per analizzare la fattispecie della violenza maschile e non solo la sua forma, Lella e le compagne di Cooperativa hanno studiato e affrontato tanti casi, il che significa tanti nomi spesso finiti nel dimenticatoio. Ciononostante l’essenza di ogni singola lotta rimane perché alcune vittime sono riuscite a innalzarsi, a uscire dalla distesa d’acqua che le stava facendo annegare; una volta uscite hanno preso la loro meritata corona e si sono incoronate nel nome della resilienza come principesse.

 

Sarebbe riduttivo citare nomi e storie. Ogni donna merita il suo tempo e per tale ragione “Non è un destino” va letto. Confrontare vite per scongiurare destini!

Andrea Pisana

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